Dispiace che certa informazione si lasci tentare da notizie che, per come vengono rappresentate, non disegnano la verità dei fatti. Comprendo che i mezzi di informazione devono ricorrere sensazionalismi per trovare spazio nel debole mercato dei lettori, ma suggerirei più prudenza quando bisogna confrontarsi su temi e argomenti come la salute ed i numeri ad essa correlati. Gettare scompiglio in un momento così delicato rischia di far franare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni in generale, a prescindere dal colore politico, generando sospetti e omissioni che non appartengono a questo governo regionale.
I titoli gridati, addirittura in prima pagina, sulla ipotetica mancanza di trasmissione dei dati della Basilicata all’Agenas non descrivono il peso esatto di quello che è successo. Infatti, è accaduto solo in una circostanza, a causa peraltro di un errore informatico, che i dati siano stati trasmessi con un’ora di ritardo rispetto all’orario previsto. Solo questo ritardo, peraltro avvenuto in una sola circostanza, ha determinato la segnalazione.
Anche perché non abbiamo nulla da nascondere e, fra l’altro, in un momento come questo abbiamo tutti l’obbligo di dire la verità.
E la verità, come ci dicono tutte le statistiche nazionali, è che la Basilicata è fra le prime regioni nella gestione dell’emergenza pandemia.
Abbiamo indicatori positivi che pongono la Basilicata fra le regioni più virtuose in relazione al rapporto positivi/persone testate, al numero di posti in terapia intensiva disponibili, alla percentuale dei decessi e ai nuovi casi in rapporto ai 100 mila abitanti.
Ovviamente siamo in emergenza come sono in emergenza tutte le regioni italiane, e molte cose vanno ancora fatte e forse altre si potevano fare meglio. Ma far sorgere il dubbio fra i cittadini che la Regione Basilicata è inadempiente, vuole nascondere numeri o cosa altro significa solo buttare benzina su un fuoco che rischia di bruciare tutti, cittadini, istituzioni. E mi sia permesso dire, anche informazione.
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