“La Cisl sta lavorando per rendere la manovra più equa”. Lo ha detto stamane il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che si dice “convinto della possibilità di correggere le storture più evidenti di una manovra pur necessaria per rimettere in equilibrio i conti pubblici”. Falotico pensa che sia un errore la “posizione oltranzista e di totale chiusura della Cgil” e sottolinea che “il primo compito del sindacato non è fare scioperi sempre e comunque, ma negoziare e contrattare le migliori condizioni possibili per il bene dei lavoratori”.

 Due i fronti che vedono impegnata la Cisl, con altre organizzazioni sindacali, in una intensa trattativa con il governo: scuola e pubblico impiego. “Sulla scuola la nostra posizione è chiara: è necessario ripristinare gli scatti e le progressioni di anzianità previste dal contratto. Su questo punto non siamo disposti a fare sconti e, se necessario, non esiteremo a ricorrere ad azioni di protesta più incisive. I lavoratori della scuola non possono pagare due volte e pagare più degli alti dirigenti. È un problema di equità e di giustizia”.L’altro fronte caldo è il pubblico impiego. Dice Falotico: “A differenza della Cgil, che promuove solo scioperi, noi siamo impegnati in una difficile trattativa con il governo per rivedere la manovra, in particolare il capitolo della riduzione degli sprechi e delle consulenze d’oro, che noi consideriamo i veri bubboni della spesa pubblica, frutto di una politica che ha invaso, senza distinzione di casacca, ogni ambito del settore pubblico. È qui che si possono fare i risparmi ed è da qui che si possono recuperare le risorse da destinare alla contrattazione integrativa e al miglioramento dei servizi ai cittadini”.Secondo il segretario della Cisl “per recuperare ulteriori risorse da destinare al lavoro e allo sviluppo è necessario intensificare la lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale, per un fisco più equo, utilizzare la tracciabilità dei pagamenti, uno strumento a lungo invocato dalla Cisl, infine tassare le rendite e i patrimoni al 20 per cento al posto dell’attuale 12 per cento, fatta salva una franchigia per i piccoli risparmiatori”.

 

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