L’INOPPORTUNITA’ POLITICA DEL PITTELLA BIS E DELLE PRIMARIE PER IL CENTROSINISTRA LUCANO Antonio Luongo amava ripetere che “l’unica regola della politica è la politica”.
Non sussistono scorciatoie tattiche o metodologiche che possono surrogare il ruolo cui dovrebbero essere chiamati ad assolvere i soggetti politici. L’espediente delle primarie, erette a mistico totem dai sacerdoti dell’americanizzazione del confronto politico e dai teorici del “partito leggero” in sostituzione di quello strutturato e di massa, si è rivelato fallimentare e rappresenta, secondo me, l’autentico peccato originale dell’attuale fase di declino del centrosinistra in Italia ed in Basilicata. Esse, ormai, rappresentano una farsa ed un mero e divisivo esercizio muscolare, che finiscono con l’acuire i problemi politici e non evitano affatto le sconfitte alle elezioni vere. Illuminanti gli esempi riguardanti le primarie che hanno eletto Mario Polese segretario regionale del Pd con 55.000 partecipanti, a fronte di 50.000 elettori lucani che il 4 marzo hanno contrassegnato con una croce il simbolo del Pd, e quelle che hanno reincoronato Renzi padrone del Pd, che hanno accentuato la storica sconfitta elettorale alle politiche. Oltretutto, alle primarie possono risultare determinanti passanti, viandanti e transumanti che vi partecipano ed è come se l’allenatore della Juventus venisse scelto dai tifosi dell’Inter. Le primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alle regionali 2013 si sono concluse con uno scarto inferiore ai 300 voti, che rappresentano sostanzialmente l’equivalente di quelli portati in dote a Marcello Pittella dal mio amico Franco Mollica, che poi si è candidato col centrodestra.
Sgomberato il campo da inutili e controproducenti primarie, le forze politiche che intendono ricostruire il campo del centrosinistra lucano dovrebbero realisticamente prendere atto, in nome della politica insegnataci da Luongo, che con l’esito elettorale dello scorso 4 marzo si è definitivamente concluso il ciclo politico inauguratosi nel 1995 e che occorra promuovere la più ampia partecipazione popolare per determinare in Basilicata una nuova stagione politica che si ponga l’obiettivo di rifondare un innovativo e competitivo campo progressista, democratico e civico, che assuma come fondamentali priorità programmatiche la dignità del lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela della salute dei cittadini e concrete azioni per innescare virtuosi processi di sviluppo nell’intero territorio regionale.
Occorre fornire risposte all’altezza delle aspettative di cambiamento e di rinnovamento della politica, ampiamente diffuse nell’opinione pubblica lucana, promuovendo in occasione dalle elezioni regionali del prossimo autunno una credibile ed innovativa alternativa politica e programmatica tesa a migliorare le condizioni materiali di vita e di lavoro dei cittadini ed ad offrire prospettive di futuro alle giovani generazioni.
La conseguenza logica di questo ragionamento è l’improponibilità della ricandidatura a Presidente di Marcello Pittella, non per un pregiudizio personale o in virtù della deleteria logica “leviti tu, che mi metto io” ma per l’unica regola della politica, che è la politica stessa.
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