Prendiamo atto, laddove ce ne fosse ancora bisogno, che il PD ufficialmente ha preso le parti, acriticamente, dell’Eni, abbandonando
l’esigenza di chiarezza urlata dai territori coinvolti nelle estrazioni petrolifere, avendolo appreso anche dal comunicato del segretario cittadino del PD di Potenza sulla vicenda Eni.
Chiedere un atteggiamento “non ostile” perché quello attuale provoca “diffidenze, malumori e – orrore- inchieste”, come si traduce se non nel tentativo di zittire una popolazione spaventata, devastata e che non ha tratto alcun beneficio, alias ricchezze, dall’attività estrattiva?
Sposare le cause del disagio, da che mondo e mondo, e la sinistra dovrebbe ben saperlo, politicamente, significa fare il proprio dovere e guardare oltre il business del momento, che inevitabilmente riguarda pochi, troppo pochi, eventuale malaffare escluso, naturalmente, perché sarà l’Autorità Giudiziaria a fare ogni valutazione a riguardo.
La sinistra ha invece abdicato alla tutela del disagio. A destra rimaniamo sensibili, invece all’argomento, tanto sensibili da ritenere doveroso l’ascolto di un territorio in ansia.
Le pacche sulle spalle e i climi armoniosi, storicamente, non hanno mai portato sangue nelle vene dei più deboli, la cui tutela deve essere ferma, decisa e senza tentennamenti.
Ma qui non c’è in ballo solo il futuro del territorio della Val d’Agri, c’è in ballo il futuro di tutta le regione che, da questa storia, potrebbe uscirne letteralmente devastata, e pure senza una infrastruttura. La politica regionale ci ha lasciati in mutande. Senza un aeroporto, con treni lentissimi e ormai senza l’unica strada che ci univa all’Italia, la Basentana.
Quali utili per la Regione? Va rivista tutta la politica estrattiva, magari da teste libere che sappiano finalmente guardare al futuro in maniera avveduta e disinteressata.
Luciano Petrullo, Portavoce cittadino Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Potenza
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