I furti in casa sono sempre di più. Secondo gli ultimi rilevamenti Censis nell’ultimo decennio si è registrato un incremento della criminalità in tutta Italia, in particolare per quanto riguarda i furti in appartamento.   

Insomma, in casa non solo non si può più stare tranquilli, ma pare sia uno dei luoghi meno sicuri dove stare. E i lucani lo sanno.

Secondo i dati dell’ultima ricerca1 effettuata dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, più di un lucano su due teme un’intrusione nella propria casa durante la notte, che possa provocare un furto (39%) o un’aggressione (57%).

La minaccia che i lucani temono di più a seguito di un’intrusione in casa non è tanto il danno economico per la perdita di beni o oggetti preziosi (30%) o la perdita di beni affettivi (39%), quanto giustamente il rischio di subire un’aggressione, che mette in allarme ben il 52% degli intervistati.

Il dato curioso che emerge dalla ricerca è quanto l’era digitale stia spostando l’interesse dei lucani: se il furto di preziosi angoscia ancora il 61% degli intervistati così come il furto di beni preziosi (35%), tra i lucani sta acquistando sempre più importanza il furto di dispositivi tecnologici, come il cellulare o il pc (52%).

Come si difendono gli abitanti della Basilicata, invasa dai topi d’appartamento? Rispetto alla media italiana (5%), ben il 13% dei lucani ha ammesso di volersi difendere da solo: il 33% con un’arma da fuoco e il 67% utilizzando qualsiasi cosa gli capiti sotto mano. Il 22% ha rafforzato i dispositivi di sicurezza di porte e finestre e ha installato impianti d’allarme, mentre il 13% decide di affidarsi alla guardia di un cane. E il resto? Ancora troppo pochi hanno deciso di tutelarsi rispetto alla gravità della situazione: addirittura un lucano su 2 infatti (48%) ha ammesso di non aver provveduto ad adottare alcun metodo per proteggere la propria casa, lasciandola così in balìa di chi, magari nella notte, potrà intrufolarsi senza troppa fatica.

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2016 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

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