Dopo mesi di crociate, di dibattiti e di convegni che hanno dominato la scena politica, alla fine ha trionfato il NO.  

La vittoria è stata netta, inequivocabile, prevedibile, se vogliamo, nonostante la subdola disinformazione indotta da Renzi.

Il popolo sovrano ha pronunciato convintamente NO al paventato rinnovamento.

Già, il famoso rinnovamento delle vetuste istituzioni in affanno, il rilancio dell’economia del Paese.

La verità è che sono state convincenti le ragioni a sostegno del NO piuttosto che le flebili argomentazioni sostenute dai novelli riformatori, nonostante il quotidiano, martellante e distorto messaggio delle TV di Stato, allineate in una campagna tanto disarmante quanto inconsistente.

Ha vinto la voce di quanti hanno inteso preservare la Costituzione, di coloro che hanno strenuamente ed a ragione sostenuto che nel nostro Paese non vi è bisogno di riformare la legge fondamentale dello Stato, ma vi è bisogno di una classe politica che sappia interpretarne i princìpi e garantirne l’applicazione.

Ha vinto la voce dei giovani, dei tanti giovani lucani che, animati da un forte spirito di appartenenza ed amore per le proprie origini, hanno detto NO ad un sistema balordo in base al quale tutte le nostre risorse, il petrolio in primis, si sarebbero trasformate nella nostra più grande maledizione.

Il Dipartimento Giustizia FdI-AN Basilicata, che ha condotto sul territorio lucano la sua grande battaglia capeggiata dal condottiero Gianni Rosa, difensore a gran voce delle nostre ricchezze, prende atto che la vittoria del NO segna una svolta epocale.

Ha prevalso lo spirito di LIBERTÀ, di DEMOCRAZIA e di PARTECIPAZIONE VIVA, unico vero elemento fondante per la necessaria creazione di una nuova classe dirigente in grado di prendere compiutamente in mano le redini del Paese e di far cadere nel dimenticatoio la devastante e distorta logica in base alla quale, in una tipica visione miope, “riformare” equivale a risolvere.

Questo NO è già nella storia: possiamo, senza tema di smentita affermare, che da questa decisione del Popolo sovrano le istituzioni del Paese ne trarranno utile insegnamento.

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