IL Comitato “Zone Aperte” ha chiesto al sindaco di Potenza, al presidente ed al direttore generale dell’Acta una convocazione urgente per un confronto finalizzato alla individuazione e risoluzione di gravi incongruenze relative alla raccolta dei rifiuti nelle zone aperte.

 “Il Comune di Potenza – spiega Nolè – ha stabilito che i cittadini residenti ad una distanza inferiore a 500 mt. dal cassonetto pagano l’intero importo della tassa sui rifiuti, quelli che si trovano ad una distanza superiore, solo il 35% . Questa regola, ha scatenato “la guerra dei cassonetti”, inducendo i cittadini a lottare per far collocare i cassonetti ad una distanza superiore ai 500 mt. dalla propria abitazione. Una norma nazionale – aggiunge Nolè – stabilisce che laddove la raccolta dei rifiuti viene svolta in maniera incompleta o difficoltosa per ragioni oggettivamente rilevabili, come lo è la frammentazione su un territorio vasto del caseggiato nelle zone extra urbane della città di Potenza, per cui il servizio di raccolta non viene svolto ogni giorno, non esistono spazi pubblici da tenere puliti e la distanza dai contenitori risulti un elemento di disagio, i comuni, in questi luoghi, non possono applicare una tariffa superiore al 40% rispetto a quella stabilita per quella città. Il Comune di Potenza, prendendo come criterio un solo indice di difficoltà, la distanza dei contenitori dei rifiuti dalle abitazioni, ed avendo quantificato che la distanza che costituisce elemento di difficoltà è quella superiore a 500 mt., ha stabilito per regolamento che i cittadini residenti ad una distanza inferiore a 500 mt. pagano l’intero importo della tassa stabilita (come se fossero in Via Pretoria, tanto per intenderci) e quelli che si trovano ad una distanza superiore a 500 mt. pagano solo il 35% della tassa suddetta. E allora succede – secondo Nolè – che chi ha più “Santi in Paradiso” si cautela (tanto per usare un eufemismo), così postazioni di cassonetti vengono semplicemente rimossi (senza trovare altra collocazione) grazie all’interessamento di un funzionario o di un politico amico oppure vengono spostati perché danno semplicemente “fastidio”. Questo è successo lungo la provinciale 30 tra C/da Torretta e Giuliano, a C/da Porchereccia, a C/da Pian di Zucchero e chissà in quali e quanti altri posti delle zone aperte della città. In altri luoghi i cassonetti non sono mai stati installati perché troppo vicini al “potente” di turno. Come conseguenza di tutti questi comportamenti è successo che, mentre su una strada comunale larga appena 4 mt. e lunga 2 km che collega la S.P. 30 con la vecchia S.S. 93, all’altezza dei Piani del Mattino, vi sono collocate ben 6 postazioni di cassonetti, invece sulla provinciale 30 dal Km 1.3 (C/da Torretta) fino al Km 3.5, su una strada larga 8 mt e fornita di piazzole di sosta, non vi è nemmeno una postazione di cassonetti. Dove non ha potuto la rimozione dei cassonetti, ha potuto la misurazione delle distanze nel senso che il metro ha cessato di essere una unità di misura identica per tutti per diventare corta per gli “amici” e lunga per i cittadini comuni, così succede che molti utenti pagano comunque il 35 % pur avendo i cassonetti ad una distanza inferiore ai 500 mt. Altri ancora pagano la tassa ridotta pur trovandosi a distanza ravvicinata o non pagano proprio perché nessuna verifica è mai stata fatta. A fronte di questa situazione – afferma Nolè – come cittadino singolo mi sento di dire (ma presto lo faremo come Comitato cittadino per le zone aperte) che il servizio di raccolta rifiuti nelle zone aperte è incompleto e difficoltoso per tutti, a prescindere dalle distanze, perché per tutti non esistono spazi pubblici da pulire, per tutti la raccolta viene svolta a singhiozzo, per tutti i cassonetti sono oggetto di visite di animali randagi, selvatici ecc., per cui attorno ai cassonetti, grazie anche all’inciviltà di qualche cittadino, spesso vi sono rifiuti organici ed inorganici sparsi sul terreno. In virtù di queste considerazioni, tutti i cittadini ricadenti su tali zone hanno diritto alla riduzione della tassa prevista dalla norma nazionale e dal regolamento comunale. Il regolamento sulle distanze va abolito da subito vista l’enorme sproporzione del tributo tra cittadino e cittadino e l’uso strumentale che se ne fa. Per quei cittadini che sono veramente in difficoltà per portare la spazzatura al cassonetto perché anziani o disabili ecc.- secondo Nolè – non si risolve certo il problema riducendogli la tassa; il problema lo si risolve se si appronta una risposta specifica rispetto ad una esigenza specifica, ipotizzando ad esempio, solo per quei pochi, una raccolta porta a porta, come un elementare senso civico in un paese civile impone. Come Comitato – aggiunge Nolè – siamo invece disponibili a collaborare con l’Amministrazione Comunale per incentivare la raccolta differenziata, per incentivare i cittadini a produrre il “compost” con i rifiuti organici servendosi dei kit appositi. Siamo disponibili ad organizzare incontri con i cittadini per informali su cosa possono e non possono bruciare nei termocamini, visto che alcuni, nella più completa ignoranza, bruciano anche plastiche con i rischi che questo comporta. Siamo disponibili – conclude Nolè – a sensibilizzare i cittadini ad adottare comportamenti virtuosi circa la possibilità di ridurre i rifiuti ed a economizzare l’uso di acqua ed energia ed altro ancora, ma tutto questo lo si può fare solo se si ristabiliscono i caratteri della legalità e della equità”.

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