Il Governo è delegato ad adottare, entro il prossimo 14 maggio, uno o più decreti legislativi diretti a prevedere un’unica figura di giudice onorario inserito in un solo ufficio giudiziario e la figura del magistrato requirente onorario, inserito nell’ufficio della procura della Repubblica.
La Legge 57/2016 ha inoltre delegato il Governo a rafforzare la funzione di supporto del magistrati onorari nei confronti di quelli di ruolo, introducendo importanti tutele, tra cui: una retribuzione fissa e non più solo variabile, la possibilità di mobilità territoriale ed un regime disciplinare più simile a quello “riservato” ai magistrati di ruolo.
Lo scorso novembre, inoltre, il Consiglio d’Europa ha stabilito che l’Italia deve assicurare ai magistrati onorari una remunerazione ragionevole in caso di malattia, di maternità o di paternità ed il pagamento di una pensione correlata al livello di remunerazione, sottolineando che l’attuale inquadramento della magistratura ordinaria è caratterizzato da connotati discriminatori.
Il Ministro della Giustizia Orlando, intanto, ha dichiarato che lo svolgimento delle funzioni giudiziarie onorarie dev’essere inquadrato negli ambiti di una esperienza formativa, degradandone ruolo e funzioni a mero praticantato.
Ma vi è di più. Ad oggi, il Ministro non ha assunto iniziativa alcuna atta ad adeguare il diritto italiano a tale pronuncia del Consiglio d’Europa.
Sono state rigettate, quindi, le istanze formali con cui i magistrati onorari chiedevano la riqualificazione del rapporto di lavoro.
Qualche considerazione è d’obbligo.
Quella che andrà a delinearsi è una grave anomalia, nonché una sicura mortificazione del principio di democrazia in base al quale l’effettiva applicazione dei diritti costituzionalmente garantiti impone egual trattamento economico senza eccezione alcuna, a tutte le categorie di cittadini e di lavoratori.
È un progetto disfunzionale, teso a svilire la figura dei magistrati onorari che pur tra ataviche difficoltà, contribuiscono in misura determinante ad evitare la paralisi del sistema.
Non è ragionevole immaginare che i magistrati onorari continuino a mantenere una condizione di precarietà, anche economica, generando malcontento nell’avvocatura.
I magistrati onorari rendono un servigio notevole alla complessa macchina giustizia che, come più volte segnalato, versa in situazione di preoccupante affanno.
Né è auspicabile un’ulteriore paralisi o quanto meno una riduzione di produttività e di smaltimento del contenzioso.
I magistrati onorari, intanto, il prossimo 16 febbraio incroceranno le braccia e parteciperanno alla manifestazione avanti il Consiglio Superiore della Magistratura.
Il Dipartimento Giustizia FdI-AN auspica che il sistema non subisca un ulteriore e più significativo collasso, in conseguenza del quale cittadini ed operatori del diritto dovranno fare i conti con un sistema in assoluta paralisi. Ed un sistema in assoluta paralisi genera l’incertezza del diritto, ultimo atto di una tragedia alla quale non vorremmo mai assistere.
Potenza, 8 Febbraio 2017
Marinica Cimadomo, responsabile regionale del Dipartimento Giustizia FdI-AN Basilicata
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