Una visita “per portare solidarietà alla popolazione lucana, al governatore, ai medici, agli infermieri, e soprattutto per chiedere di cosa c’è bisogno per il piano contro questo nemico invisibile”. Così il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri, conversando con i giornalisti, ha motivato la sua visita di oggi in Basilicata, cominciata presso sede della Regione, dove è stato ricevuto dal presidente Vito Bardi, continuata presso l’Ospedale San Carlo con i medici e la dirigenza e conclusasi in Prefettura dove, insieme a Bardi, ha incontrato il Prefetto Annunziato Vardè. Con il presidente Bardi erano presenti gli assessori Leone e Merra, il responsabile della task force Esposito e il direttore generale dell’Aor San Carlo Barresi. “Ho trovato un piano molto pronto- ha detto Sileri – soprattutto per quanto riguarda gli ospedali e le terapie intensive che sono state organizzate con un importante aumento di posti letto. Una notevole azione sul territorio – ha osservato il viceministro – è garantita delle squadre addette al monitoraggio a domicilio delle persone affette. Si sta implementando una telemedicina attiva che darà la possibilità di comunicare chi è positivo ai vari sindaci, al fine di garantire notevoli passi avanti nella lotta contro il virus”.
Su questo argomento si è soffermato anche il presidente Bardi, spiegando che le dieci “unità speciali” istituite sul territorio dalla Regione “somministreranno ai pazienti le cure che servono. Noi, tra l’altro – ha aggiunto Bardi -, doteremo coloro che risultano positivi e si trovano in quarantena domiciliare di un saturimetro per determinare la quantità di ossigeno nel sangue. Inoltre, fra qualche giorno dovrebbero essere disponibili la piattaforma informatica che permetterà di seguire il percorso dal momento in cui è stato fatto il tampone fino alla guarigione, ed una applicazione che consentirà al medico di monitorare il paziente. Credo che questi siano elementi utili e come ha detto il viceministro è importante fare anche un controllo presso le case di cura, che sono i luoghi che ci preoccupano di più, facendo i tamponi a tutti per contenere questo fenomeno”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti Sileri ha inoltre detto che “è difficile dire quando usciremo dall’emergenza perché dobbiamo vedere l’andamento epidemiologico, sapendo che l’Italia è divisa fra le regioni del nord che hanno subito l’evento importante e il centro sud che è stato protetto delle misure di contenimento. Ora – ha aggiunto il viceministro – inizia la fase dura, che è quella della convivenza con il virus, che significa individuare eventuali positivi con altri focolai che magari insorgeranno nei mesi a venire, individuare i contatti e metterli in quarantena. Per questo motivo serve uno sforzo maggiore, anche in termini di dispositivi di protezione per i medici e per la popolazione e per i tamponi che sono uno strumento fondamentale per individuare i positivi. Torneremo alla normalità, con gli abbracci e l’affettuosità che contraddistingue gli italiani, solo quando ci sarà il vaccino. Fino a quel momento ci sarà una convivenza e con il virus, distanze, mascherine e una ripresa un po’ lenta. Per me il giudizio di quando si sta facendo in Basilicata è sicuramente buono. Si vede dal numero di contagi e dall’impegno della terapia intensiva. Nelle settimane a venire – ha concluso il viceministro – bisognerà potenziare l’arrivo di dispositivi di protezione e di tamponi ai medici di medicina generale e al 118”.
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