Per dare un valore a questa riflessione ho colto l’attualità del momento sia per la convocazione del tavolotecnico romano per redigere il cosiddetto “Memorandum” sia per cogliere la portata del movimento del supertreno veloce NO TAV. Quanto premesso permette di mettere a fuoco una fotografia aggiornata delle condizioni di grave declino in cui versa la valle del Sauro
nonostante sia interessata ad un importante processo di estrazione petrolifera. Le positività, al momento, mancano nonostante siano operativi da ben quindici anni. A Potenza comincia a serpeggiare qualche inquietudine per il paventato accerchiamento da pozzi petroliferi intorno alla città capoluogo, nel contempo le valli del Sauro e dell’Agri sono ostaggio delle lobby petrolifere interessate ad intensificare le estrazioni. In data 5 luglio 2011 prossimo è convocata una riunione tecnica a tre ( Governo-Regione-Società Petrolifere) per redigere il “Memorandum” che dovrebbe contenere le regole di pianificazione estrattiva e le rojalties di ristoro alla comunità regionale per il mancato utilizzo del territorio e per i danni ambientali che un ciclo importante determina. Ad oggi non è dato cono- scere quale è la piattaforma rivendicativa che si porterà sul tavolo tecnico convocato a Roma. Le comunità locali interessate alle estrazioni vorrebbero conoscere (Se non ora quando? ) come si presenterà la Regione e con quali modalità chiederanno gli indennizzi alle controparti. La timidezza del popolo Lucano e una politica poco onesta nella rappresentazione delle vere istanze non incoraggia un popolo sfiduciato,inerme e rassegnato a cui sembrano mancare le forze per ribellarsi. Si registra un totale abbandono alla malinconia contro una card petrolifera che rappresenta il classico piatto di lenticchie. A volte vale più una buona speranza che un cattivo possesso del territorio. In tutto questo silenzio ovattato i poteri locali non fanno registrare neppure una flebile voce fuori dal coro, la gente è stanca di annunci, vuole una politica senza divieti di accesso per un confronto libero e democratico. E’ giunto il momento che la gente prenda coscienza del giusto protagonismo e abbandoni il becero individualismo del proprio particolare che tanto danno ha prodotto al camminare insieme perché le scorciatoie sono le metastasi che uccidono. Aspettiamo, fiduciosi, che gli amministratori locali producano uno scatto di orgoglio per onorare quella investitura popolare che consente loro di rapportarsi istituzionalmente con chi ha la responsabilità della nostra storia possibile. Scoprire oggi la cultura ambientale mal si coniuga con il continuo assalto alla diligenza delle rojalties. Tanto premesso qualcuno si chiederà perché citare val di Susa. L’impari confronto scaturisce dalla passione con cui difendono ad oltranza il proprio territorio, buona o cattiva ragione che sia,dal mega progetto del supertreno veloce. Di contro il nostro territorio non ha sollevato nemmeno una timida voce per chiedere di conoscere un destino che ci appartiene. Tutto questo avviene perché la politica vive una stagione negativa chiusa nel palazzo ed è venuto a mancare il primato dell’etica sulla politica e della politica sul potere divenuto la vera ossessione. E’ impensabile affidare la propria sorte nelle mani di chi è affetto dal morbo di Parkinson anche perché ossessionato e proteso a conseguire potere fine a se stesso. Pensate per un attimo ad un intervento radicale nella derelitta area del Sauro che rompe l’atavico isolamento per aprirla ad una prospettiva di sviluppo. Certamente non faremmo le barricate come in val di Susa ma saremmo così sorpresi da pensare ad un sogno e se questo è un sogno non svegliatemi. Le nostre aree interne vanno rivitalizzate con un progetto calibrato sulle vocazioni, possiamo rinunciare alla card benzina, ai cartelli estivi e a tutto ciò che importante non è, ma giammai alla speranza che un giorno migliore debba esserci per i tanti dimenticati aggrappati all’osso duro che vivono in attesa di svegliarsi da un coma farmacologico che si percepisce ma nessuno fa nulla per cambiare passo. La buona politica può cogliere questo ambizioso traguardo semprecchè i poteri locali decidono di vivere da protagonisti e non da sudditi. La storia non fa sconti a nessuno consegna sempre la verità. Questo spaccato di cogliere due modi diversi di difesa del territorio, valle del Sauro e valle di Susa, vuole essere la prova provata che noi siamo “ diversamente Lucani “ e in ciò co nsiste il male.
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