“Nonostante i numerosi ed accorati appelli del Presidente Bardi ad abbassare i toni ed evitare la polemica – rivolti principalmente a chi ha responsabilità politica – per concentrare ogni sforzo sui bisogni immediati e a breve-medio termine delle nostre comunità, purtroppo, registriamo ancora un clima diffuso, del tutto inspiegabile ed ingiustificabile, di rissosità”. E’ quanto dichiara Francesco Cupparo, assessore alle Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca della Regione Basilicata.
“Qualcuno, forse, dimentica che tutti i campionati di calcio sono fermi e che persino i tifosi non usano più linguaggi da ultras e pensano solo a quando il pallone tornerà negli stadi. Da tempo – prosegue Cupparo – accade che ogni provvedimento o parola diventa pretesto per buttare fango, ingenerosamente, su quanti, nonostante le grandi difficoltà del momento, non hanno mai smesso di lavorare e di affrontare le emergenze che sono di natura sanitaria ed economica, sociale, produttiva ed occupazionale. Su questo l’improvvido uso dei social ha un effetto devastante.
Il mio non vuole essere un appello retorico perché in questa fase straordinaria non ci può essere spazio per la retorica. Tanto meno è mia intenzione non tenere conto di proposte, suggerimenti, idee da qualunque parte provengano. Anzi ne arrivino di più perché ogni proposta può essere utile per prendere decisioni che sono sempre più complicate. Poi, ad emergenza superata, ci saranno tempo e modo per esprimere critiche e giudizi di contrarietà e forse anche per litigare.
Noi, con la forza di volontà e di ottimismo che ci sostengono, – sottolinea l’assessore – ci aggrappiamo all’ipotesi contenuta in uno studio diffuso oggi dall’Einaudi Institute for Economics and Finance, che ha riformulato i dati disponibili sulla diffusione del coronavirus per realizzare previsioni sulla fine dell’emergenza in ogni Regione italiana. Un’ipotesi – sia pure solo di carattere statistico – che segna non molto lontano nel tempo l’azzeramento di nuove diagnosi di Covid-19 in Basilicata e in tutto il Paese.
Quando il pallone tornerà negli stadi, sono certo, – conclude Cupparo – avremo modo di tornare a dividerci”.
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