È stata approvata all’unanimità, nel corso della seduta di consiglio provinciale odierna, l’espropriazione per pubblica utilità di suoli provinciali, in territorio di Sant’Arcangelo, per la realizzazione di opere necessarie alla integrazione delle condotte maestre, delle diramazioni, dei serbatoi e del completamento delle reti di distribuzione per alcuni abitati della valle dell’Agri. “Espropriazione – ha spiegato l’assessore al Patrimonio Vito Di Lascio – per il quale la Provincia di Potenza otterrà una indennità da parte di Acquedotto lucano”.

Successivamente è stato approvato a maggioranza dei presenti, con il voto contrario della opposizione, un ordine del giorno, presentato dal capogruppo Vittorio Prinzi (Idv) e sottoscritto da altri consiglieri, con cui si esprime “disappunto per le ripercussioni negative che la manovra finanziaria del Governo e la riforma Gelmini potranno avere sul futuro dell’Università della Basilicata e solidarietà agli studenti – ha affermato Prinzi – che rivendicano il diritto allo studio di qualità e che chiedono al Governo nazionale di non ricorrere a tagli indiscriminati”. L’odg impegna il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza ad intervenire presso le istituzioni interessate per salvaguardare il diritto allo studio e tutelare la qualità della ricerca nell’Università della Basilicata, in modo da evitare l’emigrazione di tanti giovani lucani.

Il presidente Lacorazza ha ribadito l’importanza di votare subito a favore dell’ordine del giorno e di avviare in seguito maggiori approfondimenti nella commissione competente per discutere sulla riforma universitaria, attraverso l’audizione delle parti interessate. Per queste ragioni, è stata respinta la proposta di sospensione del provvedimento della minoranza, che prevedeva di ascoltare prima le organizzazioni degli studenti e dei docenti, il Senato accademico e il sottosegretario di Stato all’Università e alla ricerca.

Nel corso della discussione, il capogruppo Michele Destino (Pdl) ha sottolineato che, al di là delle strumentalizzazioni, “la riforma Gelmini risulta necessaria per modificare un sistema inficiato dai troppi baronati e dalla scarsa preparazione degli studenti”. Sui baronati negli atenei e sulla necessità della meritocrazia legata al contesto sociale e territoriale, si è soffermato il capogruppo Giuseppe Morero (Cpr), secondo il quale bisogna valutare bene come utilizzare le royalty del petrolio dirette all’Università della Basilicata: “Non certo per istituire nuove facoltà che sono già ad esaurimento”.

Di diverso avviso i consiglieri Angelo Lamboglia (Idv) e Tommaso Samela (Pd) che hanno criticato il disegno di legge di riforma universitaria. In particolare, Lamboglia ha affermato che “l’Università della Basilicata paga lo scotto di concorrere con altri grandi atenei, per cui dovrebbe essere tutelata dalla classe politica attraverso adeguate misure di selezione che premino gli studenti meritevoli”.

Per Samela (Pd), la riforma dovrebbe puntare sulla partecipazione, condivisione e responsabilità. “Di conseguenza, non possiamo che contestare un provvedimento le cui scelte si basano su una visione burocratica e centralistica – ha detto Samela – a dispetto del federalismo. Inaccettabile, inoltre, è il forte taglio sui fondi all’Università che rischia di far saltare 10 mila borse di studio”.

Da parte sua, il capogruppo Aurelio Pace (Gruppo misto), proponendo la mozione all’ordine del giorno, ha sottolineato alcuni aspetti positivi del disegno di legge riguardante la riforma dell’Università, “con la quale – ha spiegato Pace – non si taglia neppure un euro, ma piuttosto c’è solo una distribuzione diversa delle risorse. Inoltre, viene garantita una maggiore autonomia e responsabilità all’Università, riducendo lo strapotere dei rettori e garantendo accessi più trasparenti ai posti da ricercatore, attraverso il codice etico e un albo nazionale. Gli stessi ricercatori, inoltre, non saranno destinati a restare precari a vita, poiché sarà data loro la possibilità di essere assunti dall’ateneo”.

Nelle sue conclusioni, il presidente Lacorazza ha affermato che “l’ordine del giorno non si limita solo alla discussione sulla riforma, ma fa esplicito riferimento alla seconda manovra finanziaria che riduce i fondi a disposizione delle università. In un momento di crisi economica – ha affermato Lacorazza – nel quale l’Unione Europea ci impone di pagare il debito, il Governo italiano non ha seguito la strada indicata da altri Paesi, come la Germania, dove si è tagliato su tutto, tranne che sul futuro, tutelando così scuola, università e ricerca. Invece, il nostro Governo nazionale ha preferito dirottare risorse importanti in altri settori, come i quattro miliardi di euro destinati ad Alitalia, o ha compiuto scelte sbagliate, togliendo l’Ici a chi poteva pagarla, detassando gli straordinari e non mettendo a gara le frequenze del digitale terrestre per un importo pari a circa 4 milioni di euro. Tutti soldi che si sarebbero potuti utilizzare per investimenti in cultura, istruzione ed università. Considerando, poi, la situazione della Basilicata, noi ci chiediamo come mai siano ancora bloccati al Cipe circa 15-20 milioni di euro, da destinare alle scuole lucane. Riguardo all’Università della Basilicata, infine, credo sia importante che i nostri giovani abbiano i piedi ben piantati sul territorio, ma la testa nel mondo. Sono necessarie, dunque, azioni di valorizzazione delle eccellenze lucane, con un occhio sempre rivolto al di fuori dei confini regionali. Per far questo, non è pensabile di tagliare i fondi del petrolio all’ateneo lucano, che sono necessari per la sua sopravvivenza. Credo, infine, sia importante – ha concluso il presidente – uno scatto di orgoglio da parte di tutti noi lucani, per evitare ulteriori processi di depauperamento di questa terra, come ho avuto modo di ribadire lunedì scorso, a Venosa, al sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Guido Viceconte, al quale abbiamo offerto la nostra collaborazione per migliorare il futuro della scuola lucana”.

Prima della discussione, la seduta si era aperta con un minuto di raccoglimento, su proposta del capogruppo Pace, per i quattro alpini caduti in Afghanistan.

Inoltre, sono stati comunicati anche i due nuovi capigruppo, rispettivamente Michele Calabrese e Leonardo Lovallo, dei gruppi consiliari Provincia Futuro e Unione di centro.

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