La decisione dopo un incontro con l’Ance a seguito di una decisione della Commissione Europea che esclude le compagnie dal rispetto delle norme sugli appalti pubblici. “Se le estrazioni di lavoro in Basilicata producessero occasioni di lavoro essenzialmente per aziende e addetti non lucani sarebbe il paradosso. Per questo riteniamo che Total Italia, per i lavori necessari all’entrata in produzione del giacimento di Tempa Rossa, debba sfruttare tutte le opportunità offerte dalla legge per privilegiare imprese e lavoratori lucani, 

 a partire dalla Decisione di esecuzione della Commissione europea dello scorso 24 giugno che esclude il settore della prospezione di petrolio e gas dall’obbligo di applicazione delle procedure sugli appalti pubblici”. Con questa motivazione, il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha inviato una lettera a Total per promuovere un protocollo d’intesa finalizzato al coinvolgimento di imprese e personale lucani per i lavori relativi alla concessione di cui la compagnia francese è capofila a partire dai lavori di realizzazione del centro oli, per i quali è prevista una spesa di 750 milioni di euro.

La decisione del presidente ha fatto seguito ad un incontro avuto in mattinata dalla Giunta regionale (oltre a De Filippo c’erano gli assessori all’Ambiente Agatino Mancusi, alle infrastrutture Rosa Gentile, e alle Attività produttive Erminio Restaino) con una delegazione dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Basilicata guidata dal presidente Antonio Giuzio e dal direttore generale Giuseppe Carriero, in cui i costruttori edili hanno sollecitato proprio un intervento in tal senso. “Abbiamo già provato a confrontarci con Total – ha detto Giuzio – ma senza ottenere altri risultati che non un generico impegno a sensibilizzare al coinvolgimento dei lucani l’azienda che si aggiudicherà i lavori di costruzione. Ma ciò che chiediamo noi non è una ‘segnalazione’ ma di poter partecipare a queste attività, ovviamente nel rispetto della trasparenza e delle regole di mercato”.

“Quando le compagnie vanno in altri Paesi ad effettuare le loro attività – ha aggiunto De Filippo – negoziano con gli stati un’intesa definita ‘local content’ con cui si stabiliscono anche le ricadute che debbono esserci per imprese e lavoratori del luogo. L’Italia, non essendo un Paese petrolifero, su questo aspetto è impreparata, ma noi dobbiamo sollecitare Total, come gli altri operatori, a sostenere l’economia di una regione che rappresenta la più importante piattaforma energetica italiana, specie in un momento di difficoltà come quello attuale. E la logica – ha concluso il presidente – è la stessa di quella alla base del memorandum d’intesa col Governo: se l’attività estrattiva impatta sul territorio lucano, anche i benefici collegati devono ricadere, almeno in parte, qui. E questo deve essere vero per le Compagnie ma anche per lo stato che con una fiscalità sul petrolio tra le più pesanti al mondo e che supera il 50% del valore delle estrazioni, è quello che beneficia più di tutti del petrolio lucano e che deve reinvestire su questo territorio almeno una parte significativa della ricchezza ricavata”.

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