Finanziaria: serve più equità e giustizia sociale. Per il segretario della Fai Cisl Lapadula la manovra è necessaria, ma può essere corretta. E sui tagli alle autonomie locali auspica un patto di non belligeranza fiscale
“La manovra è necessaria, ma occorre rimettere al centro il lavoro e recuperare equità e giustizia sociale”. È quanto sostiene il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, che considera migliorabile la manovra economica attualmente in discussione in parlamento. “In questa difficile fase economica – commenta Lapadula – deve prevalere il senso di responsabilità perché la messa in sicurezza dei conti pubblici è necessaria in quanto sono in gioco la fiducia dei mercati finanziari e la stabilità monetaria, questioni che, se non governate tempestivamente, potrebbe determinare ricadute drammatiche sul welfare, sul lavoro e sul tenore di vita delle famiglie, già messe alla corde dalla recessione”.
Secondo Lapadula “vanno nella giusta direzione i tagli ai costi della politica, agli sprechi e ai privilegi, purché siano effettivi e producano un risparmio tangibile, così come sono utili gli interventi sulla detassazione e la decontribuzione del salario di produttività e la fiscalità di vantaggio per il Sud. È invece da respingere – continua il segretario della Fai Cisl – la norma sulle pensioni d’invalidità, inutilmente punitiva verso i veri invalidi, per i quali va invece pensata una più articolata rete di protezione e assistenza sociale”.
Lapadula esprime, inoltre, preoccupazione per i tagli al sistema delle autonomie locali: “La riduzione delle risorse a favore delle Regioni e degli enti locali non deve in alcun modo causare la diminuzione dei servizi e delle tutele ai cittadini – avverte Lapadula – per questo è necessario un patto di non belligeranza fiscale per evitare che i tagli, pur dolorosi, si scarichino sulle famiglie in termini di maggiori tasse e tariffe più alte. La finanziaria può essere, invece, la prima pietra di un più generale riordino della governance locale, anche alla luce del ddl attualmente in discussione in parlamento, con particolare attenzione alle esigenze delle piccole comunità di montagna che rischiano, senza un’adeguata politica di settore, di essere ulteriormente marginalizzate, preoccupazione condivisa dallo stesso presidente della Repubblica – conclude Lapadula – che ha definito i piccoli comuni montani la base della nostra democrazia”.
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