Alla fine, neanche la forzatura delle regole istituzionali alla Provincia di Potenza è servita per far quadrare i primi conti del partito democratico, subito dopo lo svolgimento delle primarie per l’elezione degli organi dirigenti territoriali.
La seconda convocazione urgente nel giro di pochi giorni del consiglio provinciale per approvare la proposta del comune di Potenza sul dimensionamento della rete scolastica cittadina, si è rivelata un boomerang per la maggioranza che governa la Provincia, alla quale ancora una volta è venuto meno il numero legale.
I consiglieri di opposizione Manfredelli (Lucania Viva-Circoli della Libertà), Giuliano (Udc), Schettino (Forza Italia) e Crocetto (Alleanza Nazionale), non hanno mancato di criticare aspramente il tentativo di procedere all’approvazione di un atto che gli stessi organi scolastici ed i sindacati della scuola non hanno esitato a definire come improprio ed illegittimo.
Manfredelli ha evidenziato l’irritualità della procedura adottata denunciando il fatto che, essendo scaduti già da dieci giorni i termini di trasmissione al Ministero delle proposte di variazione del piano di dimensionamento scolastico, l’unica motivazione che poteva indurre il governo provinciale a forzare le regole e le procedure, perseverando nel tentativo di approvare l’atto, era solamente l’interesse politico per il posizionamento dei partiti che hanno dato vita al PD, negli assetti del settore scolastico.
L’atteggiamento della maggioranza che governa la Provincia non è stato sicuramente un bell’esempio di pratica politica, ha affermato l’esponente della rete dei movimenti civici e dei circoli della Brambila, ma soltanto l’ennesimo tentativo di “addomesticamento” delle istituzioni agli interessi ed alle clientele di partito.
E’ evidente, a questo punto, che si è cercato di utilizzare, a monte, il pretesto della procedura programmatoria, per raggiungere, invece, a valle, il vero obiettivo della spartizione delle postazioni dirigenziali in ambito scolastico.
Tutto ciò in dispregio delle denunce e delle sollecitazioni dei sindacati che, come ha proposto il consigliere Giuliano, avrebbero dovuto indurre senza tentennamenti la Provincia a sospendere la procedura di adozione dell’atto.
La mancanza, anche in questa occasione, del numero legale alla Provincia di Potenza, dove la maggioranza annovera ben 24 consiglieri su 31, è l’ennesima dimostrazione, a parere dei consiglieri di opposizione, delle profonde divisioni che persistono nella coalizione di centrosinistra e della sua incapacità a dare esempi di buongoverno, indispensabili per recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini verso i partiti e le istituzioni.
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