Con Decreto del Presidente della Repubblica 8 dicembre 2007 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.55 del 05.03.2008 si chiude una tormentata vicenda durata quindici anni sull’istituzione del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

Il direttivo nazionale e quello della sezione lucana di Accademia Kronos esprimono soddisfazione per la chiusura dell’iter istitutivo di un parco interessato dalle estrazioni da parte delle compagnie degli idrocarburi che hanno condizionato pesantemente la sua perimetrazione. Difatti il perimetro approvato dal Consiglio Regionale del 31/12/2002 diventa quello definitivo, dopo che la nostra Associazione, attraverso un proprio studio, aveva evidenziato palesi contraddizioni sulla proposta di perimetrazione del 2003.
Accademia Kronos ricorda inoltre l’iniziativa Parchi Vivi attraverso la quale si è reso possibile invertire la tendenza di fruizione delle aree protette, da estendere anche alle molteplici espressioni della società civile spesso emarginati nei loro luoghi comuni. Una tappa quella lucana che ha indotto il Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare ad esaltare i modi e termini con la quale Accademia Kronos è riuscita a saldare gli aspetti di conservazione, sociali e politici legati agli interessi energetici del petrolio. Aspetto emerso al convegno nazionale “Educazione ambientale e aree protette”, nell’ambito della 43^ Settimana della Vita Collettiva di Roma dello scorso ottobre 2007.
Nel ribadire che gli interessi energetici non possono sovrapporsi agli interessi di conservazione degli habitat, Accademia Kronos auspica una maggiore politica incentrata verso la preservazione, sempre più minacciata dalle interrelazioni antropiche-ambientali.
Con il nuovo parco, forse il più difficile da gestire, sarà necessario mettere al centro il problema della vigilanza, del monitoraggio dei siti interessati dalle estrazioni, che a differenza di quanto detto da più parti, trovano in dodici pozzi e diverse centinaia di km di oleodotti (dei 700 km complessivi) la criticità maggiore della convivenza tra parco e petrolio. Sarà necessario ed urgente affrontare, quindi, in maniera sistematica il problema delle bonifiche dei pozzi a giacimenti esauriti, così come prevede l’accordo quadro ENI-Regione Basilicata, da estendere agli oleodotti esistenti che rischierebbero di diventare archeologia industriale, visto e considerato che proprio quell’accordo non ne prevede il loro smantellamento.
Accademia Kronos nell’augurarsi che l’Ente Parco che si andrà a costituire affronterà i numerosi problemi evidenziati, continuerà nella sua azione di promozione e difesa di un parco che si appresta a vivere una sfida importante in una regione sempre più considerata gruviera petrolifera e gassifera d’Europa. 

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