La recente azione effettuata dalla Direzione Investigativa Antimafia e dal Comando Carabinieri dei NOE di Basilicata e che si riferisce alla alterazione dei Codici CER (catalogo Europeo Rifiuti) trovano purtroppo riscontro nei dati sull’inquinamento delle falde acquifere in varie aree del territorio Lucano     

che vanno dalla Val d’Agri alla Val Basento, ed hanno dimostrato quanto le nostre Comunità siano vittime ignare di un sistema che privilegia il “business” a discapito della salute pubblica. Emergono, in queste ore, responsabilità gravissime da parte di soggetti che sono “consapevolmente” venuti meno al loro compito istituzionale di proteggere la salute dei cittadini lucani. Tra questi soggetti vi sono persone imputate e quindi sotto processo nell’ambito dell’Inchiesta per disastro ambientale Fenice. Eppure stiamo parlando di dirigenti e funzionari che hanno continuato a svolgere lo stesso e identico ruolo in Regione, alla Provincia ed all’Arpab rendendosi nuovamente responsabili di un ulteriore Disastro Ambientale per lo smaltimento illecito dei rifiuti prodotti dal Centro Oli di Viggiano e per le emissioni in atmosfera. Chi aveva ed ha avuto la responsabilità di continuare a tenere quei dirigenti e quei funzionari al loro posto nonostante quei capi di imputazione? Perchè ancora oggi non si verifica il livello superiore di responsabilità che continua a comandare ed assegnare ruoli senza subire alcun procedimento di carattere penale per le loro gravissime ed intollerabili omissioni che hanno portato quei dirigenti da un lato ad inquinare le prove a loro carico nel processo Fenice ma hanno prodotto gli stessi abusi e gli stessi danni accertati nella recente inchiesta e, che guarda caso vede coinvolti l’ENI, la Tecnoparco, La Regione Basilicata, la Provincia di Potenza e l’Arpab. Esistono norme chiare ed inequivocabili rispetto all’apertura di procedimenti disciplinari a carico di persone coinvolte in attività illecite eppure per gli Enti Pubblici che avrebbero dovuto controllare quei codici CER e quelle emissioni in atmosfera evidentemente rappresentano un optional rispetto ai doveri che cadono in primis sui legali rappresentanti di quegli enti (Presidente della Giunta Regionale e Presidente della Provincia di Potenza). Il prezzo che questa Regione sta pagando e pagherà per i prossimi decenni in termini di deturpamento dell’ambiente, in nome dell’industrializzazione e delle opportunità lavorative (opportunità che di fatto sottraggono posti nel comparto dell’agricoltura e del turismo), è troppo alto. La reputazione di Enti ed Istituzioni Regionali è stata “macchiata” da persone irresponsabili, senza scrupoli ed in molti casi colluse.

Per questo il direttivo di LIBERIAMO LA BASILICATA ritene necessario fare piena luce sulle responsabilità, le omissioni e le colpe di coloro che per anni hanno pensato (e pensano ancora oggi) che questa sia una regione di poveri mentecatti.

LIBERIAMO LA BASILICATA inoltrerà un “ESPOSTO DENUNCIA QUERELA” alla Procura di Potenza, al Ministro dell’Ambiente, al Direttore Generale dell’Istituto Superiore della Sanità ed alla Corte di Giustizia Europea.

Aspettiamo di conoscere il livello superiore che sta di fatto proteggendo petrolieri e signori della monnezza in danno di una intera popolazione che va ben oltre i semplici confini geografici della Basilicata ed interessa la salute pubblica di milioni di Pugliesi e Campani che bevono le acque dei nostri invasi.

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