Nel Referendum sulle trivelle di alcuni giorni fa si è consumato l’ennesimo attacco alla sovranità popolare sancita dal 1° articolo della Costituzione:

eminenti personaggi che indebitamente rappresentano le più alte Istituzioni incitare all’astensione per boicottare l’Istituto referendario, al fine di favorire le cricche petrolifere loro amiche. Salvo poi deporre, questi stessi personaggi, fiori e corone al Milite Ignoto per fini di parvenza e attestazione di fedeltà ai valori della Resistenza secondo copioni e rituali ben consolidati.

In un suo recentissimo articolo dal titolo “Astensionismo, arriva la rivoluzione silenziosa”, il Professor Paolo Valesio ha centrato in pieno uno dei principali temi perennemente taciuti dal tormentato processo dibattimentale politico-istituzionale italiano: la censura tutt’ora vigente nei confronti della maggioranza assoluta degli elettori italiani che non vogliono cioè più essere rappresentati dagli attuali partiti.
Segnalando, inoltre, l’opportunità divenuta ormai irrinunciabile che nei talk show e nei dibattiti politici di qualsivoglia tipologia siano finalmente ammessi anche astensionisti dichiarati. Come d’altronde ben sancito dalle stesse norme che inquadrano un corretto pluralismo dell’informazione purtroppo ad oggi ancora lontano dal vedersi applicato.
Ma tutto questo, ovviamente, andrebbe a ledere fortemente uno dei fondamentali principi sui quali si fondano fascismo e nazismo, ovvero la rinuncia del potere di controllo della “propaganda”.
Il Movimento Astensionista Politico Italiano, in ragione di ciò, sottoscrive integralmente, rilanciandole, le affermazioni del Presidente Anm Piercamillo Davigo sui politici che “non hanno mai smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi”.
Poiché, dal nostro modesto punto di vista, basti pensare appunto a queste sistematiche mega-rapine di sovranità che l’intero popolo italiano, suo malgrado, si vede costretto a subire da parte di una vorace, antidemocratica, se non propriamente delinquenziale classe politica.
Sembra un incredibile paradosso, ma oggi, 25 Aprile 2016, gli istituti fascisti della propaganda e censura permettono ai loro eminenti capi di poter commemorare quelle stesse ricorrenze delle quali, nei loro cuori, sono indelebilmente impresse ferite e cicatrici.

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