oppido__20Arriva in Basilicata Salvalarte la campagna di Legambiente per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico minore A Oppido Lucano il convegno “Antichi tratturi e valorizzazione del territorio” Riflettori accesi sulla Grotta di Sant’Antuono, protagonista della guida “Gioielli Ritrovati” Legambiente: “Itinerari sostenibili sulle vie della transumanza per valorizzare il territorio e creare nuove opportunità lavorative” “Valorizzare le risorse culturali lucane rappresenta uno strumento per determinare nuove opportunità lavorative per i giovani lucani”. Queste le conclusioni emerse dal convegno “Antichi tratturi e valorizzazione del territorio” di Salvalarte, la campagna di Legambiente per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, tenutosi oggi pomeriggio al Cineteatro J. Obadiah di Oppido Lucano nel potentino. Realizzato con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il contributo di Bialetti Industrie il viaggio di Salvalarte da oltre un mese sta attraversando l’intera Penisola alla volta di opere d’arte da sottrarre al degrado e all’abbandono, per promuovere tanti tesori artistici e centri d’arte minore dimenticati, ma anche per organizzare visite guidate alla riscoperta di capolavori custoditi nei centri minori, raccogliere nuove segnalazioni di pezzi d’arte “da salvare”, realizzare dibattiti e approfondimenti culturali sul patrimonio artistico italiano e monitorare l’inquinamento atmosferico presente nei musei. Il convegno è stato un’occasione per riflettere sulla valorizzazione della antiche vie della transumanza, le campagne-oppidostrade lucane che permettevano il passaggio del bestiame dall’Abruzzo e dalla Campania fino in Puglia alla ricerca di condizioni climatiche favorevoli per il pascolo. Un rituale che si svolgeva puntualmente con il sopraggiungere dell’inverno attraverso sentieri in terra battuta chiamati tratturi: assi viari dotati di servizi e attrezzature per uomini e animali lungo i quali si incontravano taverne e piccoli borghi, ma anche chiese rurali, icone sacre e pietre di confine. Ormai dismessi da tempo, i tratturi oggi sono grandi musei all'aperto dove è possibile ammirare la stratificazione prodotta nel tempo dal susseguirsi di numerose civiltà. Oltre a rappresentare una fondamentale testimonianza storica e culturale, queste strade costituiscono, quindi, una nuova risorsa per il turismo sostenibile e una nuova opportunità lavorativa per i giovani. Tra i relatori presenti al convegno Rocco Pappalardo, sindaco di Oppido Lucano, Michele Lioi, assessore all’Ambiente del Comune di Oppido Lucano, Roberto Falotico, assessore Agricoltura, Sviluppo rurale e Economia Montana Regione Basilicata, Vincenzo Folino, vicepresidente della Giunta Regione Basilicata, Marco De Biasi, presidente Legambiente Basilicata, Marcello Tagliente, archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, Helga Di Giuseppe, Associazione Internazionale di Archeologia Classica, Federica Sacco, responsabile nazionale Beni culturali di Legambiente, Antonio Anatrone, presidente comunità montana Alto Bradano. “È fondamentale promuovere la conoscenza e la riscoperta di luoghi, tradizioni e culture che raccontano l’identità storica della nostra regione per sensibilizzare la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio – ha affermato Marco De Biasi, presidente Legambiente Basilicata – . In questo senso promuovere un modo di viaggiare sostenibile e responsabile, ma anche inconsueto e sorprendente può essere un modo per valorizzare e riscoprire questi luoghi. Proprio per questo vogliamo proporre itinerari turistici ambientalmente compatibili che diffondano la comprensione di paesaggi culturali e naturali poco conosciuti in grado di far riemergere l’identità storica lucana. Itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta o a cavallo, adeguatamente strutturati con servizi lungo il tragitto, proprio come per i pastori durante la transumanza”. Al centro della conferenza anche la Grotta di Sant’Antuono, tra i protagonisti di “Gioielli ritrovati” la guida in cui Legambiente ha raccolto i beni culturali di cui intende prendersi cura, con attività di valorizzazione o veri e propri restauri. Situata nell’omonima chiesetta rupestre, sulle vie della transumanza, la grotta oppiana a partire dal XIV secolo è divenuta un luogo di conforto e ristoro per coloro che ritualmente attraversavano la Lucania con il pascolo. Nel cuore di una collinetta di tufo, la Grotta di Sant’Antuono testimonia la necessità di ricavare da una terra anonima un posto accogliente e familiare, per condividere un posto collettivo di culto e di preghiera, sosta di un viaggio lungo e faticoso. “Salvalarte da anni rappresenta il momento per accendere i riflettori sul patrimonio culturale minore spesso abbandonato e trascurato cercando, attraverso interventi mirati, di recuperare e restituire alle città pezzi di storia sconosciuti o dimenticati – ha aggiunto Federica Sacco, responsabile nazionale Salvalarte -. Proprio per questo, abbiamo deciso di inserire nella guida Gioielli Ritrovati del 2007 la Grotta di Sant’Antuono, emblema di un’identità territoriale, caratterizzata anche da piccoli tesori nascosti, indispensabili per la nostra memoria storica. Il territorio della Basilicata, infatti, con i suoi racconti di tradizioni e genti antichissime è una risorsa ancora da scoprire, difendere, valorizzare e condividere”. Il convegno è stato anche l’occasione per presentare il progetto “Sulla via della lana. Storia di un tratturo lucano” della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. Un’iniziativa che nasce dal desiderio di recuperare due antiche ville romane di epoca imperiale situate lungo il Tratturo Regio, l’odierna strada Gravina-Potenza. L’intento è di creare un itinerario archeologico che possa incrementare un turismo culturale nei comuni di Tolve, Oppido Lucano e Potenza. Salvalarte continua il suo viaggio: la sua prossima tappa sarà domani 6 novembre a Matera

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