Il movimento Io Amo la Lucania denuncia la grave situazione che l’area nord di Basilicata pare stia subendo per mano della politica regionale sulla fase relativa all’approvazione dei PIOT (Pacchetti Integrati di Offerta Turistica), prevista dall’Avviso Pubblico n. 1775/2009 che si è di fatto interrotta prima della pausa elettorale.Da allora in poi i rappresentanti del partenariato PIOT Area Nord non hanno di fatto avuto più alcuna possibilità di interlocuzione con gli organismi regionali, salva la consegna della versione definitiva del progetto, che in sostanza conferma i contenuti di quella originaria.

Forse un caso o semplicemente il risultato di un “disegno” già confezionato, sta di fatto che, da settimane si rincorrono invece voci, sempre più concordanti, in base alle quali sembra si stia procedendo alla ripartizione delle risorse, operando una grave e inammissibile sperequazione tra territori, contraria ai contenuti del Piano Turistico Regionale in quanto prevederebbe di assegnare budget differenziati alle quattro “M”, equamente indicate nel PTR quali aree d’eccellenza su cui puntare come “locomotive dello sviluppo” (Matera, Maratea, Metapontino, Melfi).

Una scelta che penalizzerebbe gravemente il Melfese, che si vedrebbe così assegnato un budget inferiore di ben un terzo rispetto agli altri. Tale scelta, oltre ad essere incompatibile con il PTR e svincolata da qualsiasi parametro oggettivo (ivi compreso quello dell’entità delle strutture preesistenti che, qualora applicato uniformemente, porterebbe di fatto a escludere tutti i PIOT delle aree interne, notoriamente quasi privi di strutture e posti letto), penalizza fortemente anche le riconosciute e meritevoli attività di concertazione svolte sul territorio del Nord Basilicata, le quali hanno condotto a concepire un piano di sviluppo unico, coerente, ben equilibrato e che soprattutto concentra le risorse su un unico grande investimento pubblico nell’area di Monticchio.

Né possono valere, in senso contrario, presunte aggregazioni territoriali concepite a tavolino. E’ infatti ben noto che ciascun PIOT risponde a logiche economiche e strategiche del tutto autonome e incompatibili e che, semmai, vi potrebbe essere analogia solo tra le quattro “M” da una parte e tutti i 7 PIOT delle aree interne dell’Appennino dall’altra.

Una riflessione è doverosa se, a questo “ipotetico” isolamento a cui sono stati sottoposti “tacitamente” soltanto alcuni territori lucani, si aggiunge il fatto che le politiche regionali per l’attribuzione delle risorse finanziarie al turismo devono essere valutate nella loro globalità, non limitandosi a considerare solo i fondi PO Fesr attribuiti ai PIOT. In questo senso, la sperequazione diventa madornale se si pensa che, secondo i noti annunci ufficiali a mezzo stampa degli scorsi mesi:

– l’area di Maratea potrà disporre di fondi extra PIOT per il nuovo porto turistico (circa 10 milioni)

– l’area del Senisese-Lagonegrese realizzerà un attrattore denominato “Sbarco dei Greci in Enotria”

– sulla diga di Senise (circa 10 milioni)

– l’area della Val d’Agri realizzerà un attrattore denominato “Viaggio al Centro della Terra” (circa 10 milioni)

– l’area del Potentino e quella del Materano disporranno di quote dedicate di fondi europei PISUS, destinate al turismo

– tutta la montagna interna e le aree protette (Pollino, Val d’Agri – Appennino Lucano, Dolomiti Lucane) potranno beneficiare in misura pressoché esclusiva dei fondi per il turismo di cui alla misura PO Fesr IV.2 “ambiente”

– l’area del Metapontino ha ottenuto, legittimamente, misure d’emergenza per le note questioni inerenti l’erosione degli arenili

– intorno alla città di Potenza, che non è un grande attrattore turistico, gravitano ben quattro PIOT.

L’unica area che rappresenta un’atavica emergenza regionale, ossia quella di Monticchio, è invece completamente fuori da qualsiasi attribuzione di fondi, confermandosi nelle scelte regionali la “cenerentola”, se si eccettuano quelli del PIOT.

Tuttavia anche questi ultimi, se dovesse essere confermata la ripartizione ipotizzata, sarebbero del tutto insufficienti a garantire idonea copertura ad un progetto che nasce unitario e quindi ha oggettive difficoltà di rimodulazione.

Tutte queste considerazioni mettono in serio rischio la possibilità che il partenariato Area Nord sia nelle condizioni di sottoscrivere l’Accordo di Programma di cui all’Avviso Pubblico nei termini prospettati.

Le stesse riflessioni illustrate nel comunicato sono state condivise dagli operatori economici.

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