Anche se Jeremy Rifkin , il grande economista americano , ha ribadito proprio in un convegno a Potenza, che “è finita l’era del petrolio”   

e che il futuro è in mano ai cittadini , sembra che lo sviluppo economico e sociale del territorio della Basilicata e la stessa sua esistenza siano legati indissolubilmente all’estrazione del petrolio che dovrebbe aprire orizzonti al lavoro, all’occupazione e alla ricchezza per tutti. Questa è un’idea semplicemente illusoria e fuorviante perchè l’industria del petrolio crea un massiccio impatto ambientale , provoca danni alla salute dei cittadini e alla tutela dell’ambiente , sfrutta il territorio in virtù degli smisurati appetiti della compagnie petrolifere , illude l’opinione pubblica di controllare i processi produttivi. Il petrolio della Val d’Agri, come quello estratto in qualsiasi zona della Terra , è carico di sostanze inquinanti che vengono smaltite in buona parte nell’ambiente circostante , pertanto sarebbe un rischio molto alto allargarne la produzione . La Basilicata deve avere al centro degli interessi la persona, e la sua economia deve rispettare i valori fondamentali dell’ecosistema.

La Val d’agri è in fermento per l’occupazione da parte delle compagnie petrolifere del suo territorio , i cittadini vogliono essere ascoltati e protetti , a loro non bastano più le royaltes erogate dalle compagnie petrolifere, la VIS (valutazione di impatto sanitario) realizzata dal CNR sotto la direzione del Prof. Bianchi dell’Università di Pisa , ha dimostrato l’incidenza maggiore della malattie respiratorie e cardiocircolatorie delle popolazioni residenti nelle vicinanze del COVA ( centro olio Viggiano). Il WWF si batte da anni per lo sviluppo economico sostenibile e per una migliore qualità della vita delle popolazioni residenti. Uno sviluppo economico diverso , per nulla impattante e più ecologico si può realizzare rafforzando l’agricoltura che rappresenta un pilastro fondamentale dello sviluppo economico regionale

non solo per la produzione del cibo e dei prodotti tipici della Regione ma anche per la difesa dell’ambiente, del paesaggio rurale e dell’industria parallela del turismo che si è enormemente sviluppato dopo la designazione della città di Matera a capitale europea della Cultura 2019 . Questa è la ricchezza della nostra terra . Un turismo che si espanda a tutte le zone forti della Regione ( Val d’Agri, Pollino , Vulture Melfese, Calanchi lucani, Maratea, Dolomiti lucane) determinerebbe la svolta economica di tutta la Regione con ricadute positive sul benessere dei cittadini e sulla loro crescita sociale e culturale.

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