“L’incontro a Melfi, non tratta solo uno dei problemi più pressanti vissuto in Basilicata, ma assume rilevanza nazionale poiché riguarda alcuni punti simbolici del conflitto che si è aperto in Italia nelle relazioni industriali”: lo fa rilevare il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, intervenuto insieme al Responsabile nazionale del Dipartimento Lavoro e Welfare del partito, Maurizio Zipponi, al confronto su “Crisi industriale. Le proposte di lavoratori e imprese” che si sta svolgendo nella cittadina lucana.

“Melfi non rappresenta solo un importante luogo di lavoro, con lo stabilimento Fiat e le aziende dell’indotto – fanno notare Belisario e Zipponi – ma è il punto dove sono esplicitamente attaccati i diritti fondamentali dei lavoratori previsti da contratti e leggi. È qui, infatti, che la Fiat in modo arrogante non applica la sentenza del Tribunale che l’obbliga a reintegrare tre operai licenziati”.

“Il comportamento della Fiat – continuano i due esponenti IdV – prima a Pomigliano e poi a Melfi, è stato vissuto dalla politica come un evento secondario. Solo noi dell’Italia dei Valori abbiamo indicato, da subito, questa vicenda come emblematica di un nuovo, rischioso, grave conflitto sociale. Siamo stati l’unico partito che ha provato a dire che la Fiat, una grande azienda industriale, va certamente aiutata, ma non a scapito dei diritti fondamentali dei lavoratori”.

Secondo Belisario e Zipponi “il fatto di rimanere isolati nella protesta ha fatto sì che la parte più estremista e irresponsabile dell’imprenditoria, minoritaria ma comunque ben presente nei luoghi di comando, abbia alzato il tiro prendendo Pomigliano e Melfi come esempio da seguire, al punto tale che hanno disdettato il contratto nazionale dei metalmeccanici”.

“Un contratto che, è bene ricordarlo, è stato l’ultimo e l’unico votato da tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro iscrizione o meno al sindacato. Per questo – concludono i due esponenti IdV – lo consideriamo un atto sbagliato e violento contro i lavoratori che non sono certo colpevoli, loro no, della crisi che stiamo attraversando”.

 

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