“Nell’incontro del 27/10/2010, tra i vertici dell’Acquedotto Lucano e le RSU, l’azienda informava le rappresentanze sindacali dell’intenzione di equiparare i livelli contrattuali degli addetti al servizio idrico integrato e degli addetti alle operazioni commerciali (da 2° a 3° livello), di una imminente verifica del modello organizzativo (…. convenuto nell’ottobre 2009) e dell’intento di “ruotare” i Coordinatori dei Centri Operativi.
Pur apprezzando l’ipotesi al primo punto, ovvero l’equiparazione dei livelli contrattuali, non si apprezza e non si comprende la vera motivazione e le finalità che stanno spingendo l’azienda (oppure una parte di essa) ad avviare un percorso di modifica e di revisione del modello organizzativo e lo spostamento in altre Sedi dei Coordinatori dei Centri”. E’ quanto ha affermato il segretario provinciale della Ugl di Matera Luigi D’Amico, il quale ha anche dichiarato che “certamente non possono essere taciuti le ricadute negative, i disagi e le sicure disfunzioni, che interessano e interesseranno il personale, l’azienda e la stessa utenza.
La verifica del modello organizzativo, continua D’Amico, che a quanto pare non funziona più, può significare anche l’azzeramento delle Aree, con l’inevitabile moltiplicazione di settori e titolari di settori ed il riassetto e stravolgimento del personale ad esse assegnato. L’apparente decentramento delle funzioni, paventato più volte, nasconde invece l’immobilismo del management aziendale, costretto ormai, da tempo, a stare in un angolo. Inoltre, a parere del sindacalista della Ugl materana, la cosiddetta “rotazione” dei responsabili dei Centri comporterà una sicura ed inevitabile “ingessatura” delle attività svolte dall’organico ed allo “stallo” dell’efficientamento raggiunto nei servizi e nella gestione. Lo spostamento di queste figure professionali, non può avvenire in assenza di una attenta valutazione dell’esperienza e della conoscenza acquisita, che certamente non potrà essere replicata in territori a loro sconosciuti, aggravata dal fatto che i lavoratori costretti ad allontanarsi dalle proprie residenze, non potranno garantire risultati all’azienda. In più, afferma D’Amico, dovranno assumersi responsabilità nuove e vecchie con l’intento recondito di far spazio ad una vera e propria punizione o promozione (?!). Se si spezza il rapporto tra azienda e lavoratore e si privilegia il disagio,conclude il segretario provinciale della Ugl di Matera, i vertici dell’azienda dovranno assumersene tutte le responsabilità presenti e future, senza dimenticare una verità importante: che i risultati quotidiani non arrivano senza le persone!”.
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