Si rovesciano i paradigmi, si ribaltano schemi mentali precostituiti, per provare a vedere il “presente vivente”, cioè quello che di vivo c’è in una comunità e che può spingere a restare in Basilicata e costruire qui il proprio futuro. A farsi promotore di un percorso di cambiamento che ha interessato il comune di San Mauro Forte, l’artista, attivista, promotore di progetti partecipativi e di arte pubblica, Luigi Coppola che è tornato domenica scorsa nel borgo lucano, riallacciando un legame creato lo scorso anno con il progetto di Matera 2019 Gardentopia, per proporre una intera giornata di attività dal titolo “Il paese dell’abbondanza. Visioni per una festa delle agriculture e delle transumanze” inserita nel Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci, in partenariato con Apt Basilicata e ASM Matera e il patrocinio dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Venosa, San Mauro Forte, Cirigliano, Latronico, San Severino Lucano.
Nella mattinata gli spettatori e i residenti hanno potuto immergersi nel centro storico di San Mauro Forte, osservato però con occhi diversi grazie alla presenza di installazioni artistiche, allestite nelle corti e nelle piazzette insieme alle associazioni locali e ai produttori agricoli, ascoltando risuonare nei vicoli e nelle stradine del centro, i suoni arcaici dei campanacci e le urla cantate del gioco della morra. Suoni antichi dei pastori e degli animali che hanno fatto da sottofondo alle domande e riflessioni riportate su teli blu, sistemati in punti privilegiati di osservazione, accuratamente scelti dall’artista per indurre lo spettatore ad interrogarsi su come trasformare l’abbondanza in condivisione e la cooperazione come strategia necessaria per la “restanza”. «Come artista il mio contributo è stato quello di aprire un immaginario positivo per il paese- racconta Coppola – È un paese in spopolamento ma con una ricchezza enorme dovuta alla produzione agricola che è incredibilmente varia e abbondante, anche se questa abbondanza paradossalmente non produce abbastanza ricchezza per poter permettere alle persone di rimanere. Così, dopo essere tornato spesso nell’arco di un anno, e dopo aver conosciuto la gente e diverse associazioni con cui ho legato, ho ideato per questa occasione una narrazione complessa all’interno del paese, per provare a rivedere i luoghi con uno sguardo diverso, a ripensare le tradizioni ma senza essere legati alla nostalgia, per riuscire a vedere il “presente vivente”, ciò che c’è di vivo nella società, quindi non solo la produzione agricola ma anche le relazioni sociali, i rituali, i legami, e ho provato a metterli tutti insieme in un grande momento di comunità. L’idea- prosegue- è di provare a sovvertire il presente, di ricomporre i cocci, di riflettere attraverso una serie di slogan che potrebbero orientare la comunità in modo diverso».
Nel pomeriggio, nella piazza in cui si erge l’imponente Torre Normanna, amministratori, attivisti e artisti si sono interrogati su come “Praticare la restanza”. Fra le esperienze virtuose presentate come riferimento per la comunità di San Mauro Forte, quella di Valentina Avantaggiato, sindaco di Melpignano, comune che ha saputo valorizzare le filiere agricole locali attraverso una cultura della terra incentrata sul biologico; quella di Donato Nuzzo di Casa delle Agriculture di Castiglione d’Otranto, con l’esperimento di democrazia partecipata che ha portato alla condivisione dei beni della terra; quella di Nico Angiuli dell’Associazione di Promozione Sociale Tipica di Adelfia, che da qualche anno ha in gestione una vecchia stazione dismessa della Ferrovie dello Stato dove insieme a diverse scolaresche si sta cercando di rimettere in produzione una varietà antica di vitigno, ripensando spazi e tradizioni. “Il Festival So Far So Close a San Mauro Forte – ha spiegato Rossella Tarantino, manager sviluppo e relazioni della Fondazione Matera Basilicata 2019 – rappresenta la prosecuzione del lavoro avviato lo scorso anno con Gardentopia, uno dei progetti di Matera Capitale Europea della Cultura che hanno coinvolto i comuni della Basilicata, con l’idea di creare un dialogo fra comunità e artisti, aprendo nuovi orizzonti. Gli esercizi di vicinanza che abbiamo proposto qui con il Festival mirano a creare connessioni fra diverse realtà per praticare la restanza, che significa restare, resistere, inventare nuove soluzioni”. Fondamentale nell’intero percorso è stato l’apporto dell’Associazione Musei, Tradizioni & Territorio di San Mauro Forte guidata da Giancarlo Mita e Marco Diluca, due giovani passionari che hanno deciso di restare nel borgo lucano e di valorizzarne le eccellenze: «Le difficoltà sono tante in un paese che vive una condizione di spopolamento e di isolamento. Luigi Coppola, arrivato lo scorso anno nella nostra comunità grazie al progetto di Matera 2019, Gardentopia, è stato una figura fondamentale per noi, perché ci ha aiutati a guardare il nostro paese con uno sguardo altro, esterno, in grado di cogliere tutte le potenzialità inespresse della nostra terra. Con lui si è creata una bella collaborazione a partire dallo scorso anno e ormai tutti in paese lo conoscono e gli vogliono bene. Da lui ci è arrivata una grande spinta a continuare sul percorso che abbiamo intrapreso, per poter pianificare il nostro futuro qui a San Mauro Forte. “A Luigi Coppola – ha sottolineato l’assessore comunale alla cultura, Angelo Tricarico – vogliamo dire grazie perché con i progetti costruiti nella nostra comunità ha fatto capire ai ragazzi che hanno deciso di investire nell’agricoltura, quanto la cooperazione sia importante per lavorare all’obiettivo comune di valorizzare questa abbondanza, sia enogastronomica che culturale, presente nel nostro paese”.
A chiudere la giornata, il concerto dell’arpista Daniela Ippolito, originaria di San Mauro Forte e che spesso qui fa ritorno, che con le sue note e la sua voce ha appassionato il pubblico, proponendo una selezione di brani della tradizione lucana insieme a celebri successi della musica rock, in un viaggio sonoro fra passato, presente e futuro.
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