Il Consorzio non è infatti contrario all’affidamento a mezzo bando, ma rileva l’assenza di passaggi necessari a definire le linee guida sulla realizzazione e sullo svolgimento dell’attività dell’Enoteca, passaggi che avrebbero dovuto, a nostro avviso, essere antecedenti alla pubblicazione del bando. Di seguito poniamo alcune nostre domande alle quali ci auguriamo di avere pronta risposta al fine di comprendere come si intende gestire l’Enoteca Provinciale.
Il Consorzio di Tutela Vini Matera DOC non intende lanciare accuse ad alcuno né lamenta favoritismi ed assenza di trasparenza, ma pone delle riflessioni.
È stato redatto lo Statuto dell’Enoteca ed il Regolamento?
Quale sarà la natura giuridica dell’Enoteca? Avrà fini di lucro?
Sono state definite le modalità di coinvolgimento dei viticoltori?
Sono state definite le modalità di selezione ed esposizione dei vini?
Saranno presi in considerazione i vini “Matera DOC” e “Basilicata IGT”, del tutto ignorati nel bando?
Sono state definite le modalità con le quali si intende programmare le attività divulgative?
Ci preme inoltre precisare che, a nostro avviso, due anni costituiscono un orizzonte temporale troppo breve per avere un ritorno da qualsiasi tipo di investimento che l’aggiudicatario del bando dovrebbe sostenere (lavori edili, dal momento che quelli fatti non sono sufficienti né rispondenti alle esigenze dell’aggiudicatario; arredi e quant’altro) per dare la giusta dignità all’attività dell’Enoteca, che ci auguriamo sia divulgativa e non ristorativa.
Confermiamo a nostro avviso che è assolutamente fuori luogo la previsione di un canone dal momento che la Provincia stessa non ne paga alcuno al Comune di Matera, canone che è cosa ben diversa dai “lavori di ammodernamento” eseguiti dalla Provincia e dal ristoro degli stessi che la Provincia richiede, lavori dei quali l’aggiudicatario dovrebbe verificare l’utilità rispetto all’attività da intraprendere.
La definizione “Provinciale” affiancata al termine Enoteca non crediamo stia a significare che la promozione del vino sia “un bene pubblico” di competenza della Provincia, ritenendoci liberi di creare un’associazione di divulgazione del vino (senza utilizzare l’aggettivo “provinciale” laddove non ne venissimo autorizzati alla spendita) e di pagare il canone che eventualmente ci richieda, o meno, il proprietario dell’immobile messo a disposizione.Trasparenza forse avremmo voluto per l’utilizzo di fondi che sono stati destinati a dei lavori probabilmente non rispondenti alle necessità, ancora da definirsi, dell’aggiudicatario del bando.
Ci offende profondamente che il Presidente della Provincia ci accusi di non volere la trasparenza, quando alla categoria dei viticoltori viene imposto un bando non concertato con gli attori principali del tema.È laconico, se non patetico, trincerarsi dietro il Bene Pubblico quando in questo caso si tratta degli interessi, leciti e trasparenti anzi cristallini, di una categoria che persegue la conoscenza dei vini del territorio materano!
Viticoltori che non fanno altro che fare valere i loro interessi territoriali e che non hanno mai gravato sui conti della collettività ma hanno sempre creato occupazione e ricchezza portando in giro per l’Italia ed il mondo il marchio “Matera DOC”.
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