marsicovetere-comuneLa OLA  manifesta indignazione sulla recente comunicazione dell'ENI alla signora Francesca Leggeri, responsabile dell'Azienda Agrituristica biologica Il Querceto, in località Barricelle di Marsicovetere a cui esprimiamo solidarietà e sostegno. Il prossimo 2 gennaio 2008, infatti, inizieranno i lavori di posa in opera degli oleodotti dell'ENI che attraverseranno l'azienda.  L'Azienda Agrituristica "Il Querceto" – ribadisce la OLA – è da diversi anni impegnata in un contenzioso giuridico nei confronti dell'ENI. Essa chiede in modo inascoltato che i tubi degli oleodotti non attraversino i terreni coltivati con specie agricole pregiate e biologiche pregiudicandone le produzioni future. E' sconcertante dover costatare come l'ENI, incurante degli appelli e determinata a vincere i ricorsi legali, abbia ritenuto non prendere in considerazione tracciati alternativi. Oltre a pregiudicare le produzioni agricole e l'immagine dell'azienda agrituristica, il tracciato degli oleodotti riguarda anche un’importante villa romana di epoca imperiale ed un raro insediamento neolitico dell'VIII millennio a.C. situato lungo il Torrente Molinara, affluente del fiume Agri, sempre in località Barricelle. Di recente un’equipe formata degli archeologi della Soprintendenza della Basilicata e da studiosi dell'Università della Basilicata composta dai dottori Alfonsina Russo, Mucciarelli, Liberatore, Laria, Gargano e Bianca in uno studio sugli insediamenti di Contrada Barricelle hanno potuto tracciare un primo importante rilievo storico-archeologico, utile anche per la ricostruzione degli effetti dei terremoti sugli insediamenti umani in Val d'Agri in epoche antiche, mentre alcuni indizi lascerebbero ipotizzare la presenza di insediamenti umani addirittura risalenti al Quaternario. E' sconcertante costatare come tutto ciò avvenga nell'indifferenza degli enti di tutela e di quelli regionali, mentre i tubi degli oleodotti ricevono "priorità assoluta", al di sopra di tutto e di tutti. Gli amministratori regionali e locali "abbagliati" dalle prospettive di ricchezza del petrolio, invece che sprecare fiato e tempo nella ricerca d’improbabili cause dello spopolamento della Basilicata e sull'emigrazione che riguarda ormai 3.500 residenti all'anno, soprattutto giovani, s'interroghino piuttosto sulle vere cause che mettono a rischio l'occupazione di cui l'azienda agrituristica il Querceto ne è un esempio, sacrificata in nome del "dio denaro" e per l'interesse delle compagnie petrolifere. Il processo in atto, oltre che assurdo, assume connotati paradossali se si pensa che mentre la sopraccitata Università degli Studi della Basilicata ha esercitato una vera e propria sponsorizzazione del calendario dell’ENI sulla biodiversità in Val D’Agri e il CIPE finanzia – nell’ambito del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, Fondo per le Aree sotto-utilizzate – le multinazionali private del petrolio, le aziende agrituristiche e biologiche chiudono proprio grazie ai petrolieri che auto-innalzatisi a palatini di ricchezza e sviluppo.

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