“La quarta Commissione consiliare ha approvato, all’unanimità, un atto di indirizzo con cui è stato dato mandato all’Assessore Rocco Colangelo di individuare alcune direttive valevoli per tutte le Aziende Sanitarie, con due obiettivi principali: il primo è quello di implementare l’attività dei consultori, e il secondo, è che tutte le associazioni di volontariato di aiuto alla vita saranno libere di incontrare le donne che si vorranno sottoporre all’IVG, anche all’interno delle Unità Operative ospedaliere, fermo restando il sacrosanto principio del diritto alla privacy e del consenso”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della quarta commissione consiliare permanente Lapenna (FI), il quale esprime vivo apprezzamento per il risultato ottenuto e, in particolare, per il secondo obiettivo dell'atto. “Ciò – afferma il consigliere – dimostra come la convenzione San Carlo di Potenza e CAV (Centro di aiuto per la vita) – abbia rappresentato, per lungo tempo, un esempio di integrazione perfetta tra una struttura ospedaliera e il mondo del volontariato, nel pieno rispetto delle leggi e dei ruoli. La logica della legge n. 194/78, con la quale si è riconosciuto il diritto di abortire, è quella comunque di ricorrere all’interruzione della gravidanza come estrema ratio, qualora non siano state rimosse le cause che spingono a tale decisione”. “La legge su citata- continua Lapenna – dichiara espressamente che sulla base di appositi regolamenti o convenzioni le strutture pubbliche ‘possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato che possono aiutare la maternità difficile anche dopo la nascita’. Tutto ciò denota come il CAV abbia agito, in questi anni, sempre nel rispetto sia della legge sia della privacy. Infatti, come ha riferito lo stesso Presidente del “Movimento per la Vita” di Basilicata, dott. Ricciuti, la presenza dei volontari dell’associazione non ha mai, in alcun modo, impedito o ostacolato l’attività al Centro di Interruzione volontaria della Gravidanza (IVG), ma si è trattato sempre di una presenza discreta e mai invasiva della privacy. L’associazione ha avuto lo scopo di aiutare le donne a rimuovere gli ostacoli che spingevano all’aborto, laddove tali cause erano superabili, rimanendo sempre in capo alle donne il diritto di accettare o rifiutare tale aiuto”. “La dura posizione di Bolognetti – sottolinea l’esponente di FI – offende la libertà di ogni donna a determinarsi in modo pieno e ad optare per le soluzioni più opportune, ampliando il campo di scelta, ed è, inoltre, oltraggiosa nei confronti dell’operato del mondo del volontariato che, con alta professionalità e con discrezione, integra e compensa egregiamente i limiti e le carenze dello stato sociale”. “Anche perché- continua il consigliere regionale – nessuno vuole criminalizzare o condannare le donne, come sostiene l’esponente dei radicali lucani, semplicemente si vuole sottolineare l’importanza di iniziative lodevoli, nel pieno rispetto delle regole che, invece, vengono così aspramente criticate. Inoltre, si chiede Lapenna a questo punto “il silenzio dei Vescovi lucani, non va inteso come posizione di real politic, ma, forse, è un silenzio voluto per evitare di inasprire ancor di più il dibattito sul tema anche se, sulla questione del diritto alla vita, non vi debbono essere posizioni di mediazione, ma prese di posizione chiare ed esplicite, anche da parte di tutti gli esponenti politici”. “Nella legislatura attuale – conclude Lapenna- vi è il grave pericolo che la politica del governo di sinistra porti ad un azzeramento delle famiglie, visto che al centro del dibattito ci sono i pacs, introdotti in maniera ambigua all’interno del disegno di legge sulla cittadinanza sociale, unitamente ad altre iniziative che ledono la sacralità della famiglia”.

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