Come mai il Ministero non manda i suoi ispettori a Matera?
Qualche mese fa, sulla base di accuse risibili e, a mio avviso, prive di fondamento, il Csm dispose il trasferimento di sede e di funzione del sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris. Quest’ultimo, come è noto, ha avuto, prima della citata sentenza, per ben tre anni il fiato degli ispettori ministeriali sul collo.
Nulla di simile invece è accaduto per quanto riguarda la Procura della Repubblica di Matera, sede che ospita un alto magistrato che sembrerebbe aver concluso affari immobiliari con persone indagate dalla stessa Procura in cui presta servizio.
Il dr. De Magistris, in attesa di conoscere le decisioni della Corte di Cassazione, destinataria di un ricorso avverso alla sentenza del CSM, è ancora titolare della cosiddetta inchiesta “Toghe lucane”, che ipotizza l’esistenza in Basilicata di consorterie e comitati d’affari a cui avrebbero preso parte politici, imprenditori, magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine.
Ci chiediamo come mai né il Ministero di Grazia e Giustizia, così solerte e premuroso verso il Pm partenopeo, né il CSM, abbiano ritenuto d’intervenire di fronte alle gravissime ipotesi di reato emerse a carico di alcuni magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica di Matera .A mio avviso, ci sarebbero elementi più che sufficienti per procedere ad un trasferimento per manifesta incompatibilità ambientale.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani
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