Scorrendo l’elenco delle consulenze messo online dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, alcune curiosità saltano agli occhi. La torta delle consulenze lucane appare molto inferiore a quella reale, vuoi perché mancano i dati di alcune amministrazioni pubbliche, vuoi perché molte consulenze vengono attribuite tramite consorzi o società partecipate dalla Regione Basilicata, che nell’elenco non appaiono.

Ad esempio, l’Autorità di Bacino della Basilicata ha affidato l’incarico di predisporre il bilancio idrico dei bacini lucani alla Sogesid (Società per la Gestione degli Impianti Idrici SpA), che opera nel ricco settore dell’acqua: questa a sua volta ha attribuito l’incarico per gli studi relativi a tale bilancio al dipartimento DIFA dell’Università della Basilicata. Del resto, non si spiegherebbe come mai risultano solo 620 mila euro di consulenze nel settore ambientale a docenti dell’Università della Basilicata nel 2006, quando invece è noto che ci sono docenti che con la loro attività professionale hanno incassato in un anno cifre dell’ordine di 20 milioni di euro. A fare la parte del leone nelle consulenze dell’Unibas nel settore ambientale appaiono essere i dipartimenti ingegneristici DISGG, diretto dalla moglie-compagna (prof. C. Di Maio) del rettore A. Tamburro, e il DIFA, diretto dalla Prof.ssa A. Sole, seguiti dai dipartimenti di Agraria.
Un’altra curiosità è quella relativa alle preziosissime consulenze dai risultati sconosciuti intascate dall’Agrobios: una società a r.l. tra Regione Basilicata (97,5%) e A.L.S.I.A. (2,5%), che è un vero e proprio jolly, referente di incarichi di diverso tipo fino a un milione e mezzo di euro l’uno (come quello per il monitoraggio del rischio inquinamento). Scorrendo però l’elenco delle pubblicazioni scientifiche dell’Agrobios, abbiamo la sorpresa di scoprire che si tratta di una società specializzata solo in agrobiotecnologie e che le sue competenze scientifiche si limitano a problemi di pomodori, frumento, vivaismo, virus, ecc. Eppure la Regione Basilicata attribuisce all’Agrobios consulenze lucrosissime per servizi nel settore geoambientale, di cui questa società non risulta avere alcuna competenza: tanto che nella stipula delle convenzioni la Regione Basilicata si preoccupa di affiancargli consulenti dell’Università per interpretare i risultati dei suoi servizi, e che per i laboratori l’Agrobios è costretta a rivolgersi a strutture esterne. Come è accaduto ad esempio per un’altra consulenza d’oro da 1.553.985,00 euro stipulata nel 2003, dal titolo “Monitoraggio dell’erosione costiera e caratterizzazione quali-quantitativa dei sedimenti di mare”: per interpretare i dati ci risulta che la Regione Basilicata ha dovuto contestualmente affidare tre consulenze da 20 mila euro l’una a due geologi dell’Università del Sannio e di Roma (T. Pescatore e F. Chiocci) e all’ing. G. Spilotro del DISGG, mentre per l’imbarcazione l’Agrobios si è dovuta rivolgere alla Nautilus calabrese.
In tema di trasparenza, ci piacerebbe sapere perché la Regione Basilicata affida consulenze e servizi all’Agrobios per temi su cui non è specializzata, ignorando invece altre strutture di ricerca lucane, come quelle presenti nell’Ateneo, che grazie a competenze specifiche anche di livello internazionale, possono svolgere autonomamente tali servizi, magari anche a costi minori. Sempre in tema di trasparenza, ci piacerebbe anche sapere come sono state spese queste ingentissime somme, visto che ci risulta che tali lavori possono essere svolti anche con cifre inferiori; ci piacerebbe anche conoscere i risultati dei lavori: dove sono i dati, le carte, le mappe, i database, ecc.? Abbiamo letto con attenzione l’elenco delle pubblicazioni dell’Agrobios, ma per esempio non ne abbiamo trovata una sul monitoraggio dell’erosione costiera, tranne un riassuntino presentato ad un convegno locale.

Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani

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