Premesso che l’on. Margiotta mente sapendo di mentire, verrebbe da chiedere al silente vice-presidente della Commissione ambiente in che modo egli abbia rappresentato il territorio che lo ha eletto, o per meglio dire nominato. Caro Salvatore, negli ultimi tre anni, Elisabetta Zamparutti ha puntualmente raccolto le sollecitazioni di un gruppo di resistenti, trasformandole in interrogazioni che in molti casi – la quasi totalità – non hanno ricevuto risposta alcuna.

Elisabetta ha onorato in pieno il suo ruolo, mentre, ti assicuro, non è passato inosservato il tuo silenzio su quelli che – non a caso – ho definito il “veleni industriali e politici” della Lucania Fenix. E certo, non basta un’interrogazione a babbo morto sulla vicenda Fenice per recuperare un’ assenza e un silenzio che mi permetto di definire complici. La classica presa di posizione da kamasutra partitocratico.

Qualche giorno fa mi hai chiamato per rappresentarmi quelle che io definirei delle “scuse”. Mi hai detto: “avevi ragione”, ed hai aggiunto “forse avrei dovuto interrogare la Regione e non il Governo”. Le vostre guerre tra bande, le vostre faide “democratiche”, i colpi di lupara partitocratica con i quali vi ammazzate e continuate ad ammazzare questa terra, m’interessano poco.

Ti ringrazio, per aver riconosciuto la mia onestà intellettuale: è con quella che ti chiedo di guardarti intorno e prendere atto del disastro sociale, economico e ambientale che avete prodotto. Temo, caro Salvatore, che prima delle indispensabili bonifiche ambientali occorra una bonifica delle istituzioni, che avete ridotto ad un pied à terre per voi e i vostri famigli e clienti.  Elisabetta ha onorato questa terra, mentre voi l’avete distrutta, comportandovi da lanzichenecchi.

Il manipolo di resistenti radicali, questo territorio lo ha difeso, mentre voi eravate dediti a lottizzazioni.

Il tuo territorio, caro Salvatore, è quello dei signori della monnezza, che hanno sabotato la differenziata; quello del “Caso Fenice”, delle municipalizzate “roba vostra”, dell’Acta e dell’Alesia, del percolato da discarica e delle falde acquifere inquinate, della Valle dell’Agip e di un’università regno del più sfrenato nepotismo e di lobby occulte. Una terra corrotta dal malgoverno e dalla malapolitica, che si fa specchio e assurge a simbolo de “La Peste Italiana”, Il nostro territorio, quello dei Radicali, è quello della legalità, dello Stato di diritto, della democrazia e del diritto alla conoscenza.

Nel 2008 le avete provate tutte per farci fuori, e certo non dimentico i vostri niet al simbolo radicale e alle candidature di Marco Pannella e Sergio D’Elia. In base ad un accordo capestro nove radicali sono stati eletti nelle liste del PD; una parte di quelli avete anche tentato di farli fuori.

Non un matrimonio, ma un accordo politico, laddove la vostra politica sembra essere quella dei tranelli e delle imboscate: basso impero romano e bizantinismi partitocratici. Nessun respiro e nessuna ambizione, con la foglia di fico dell’ultimo degli arrivati che serve a coprire un vuoto siderale di proposta e progettualità politica. I Radicali propongono da sempre una riforma elettorale uninominale maggioritaria. Su questo tema negli anni ’90 abbiamo vinto un referendum. Voi, invece, siete quelli che avete tradito la volontà popolare con i mattarellum, i porcellum, i tatarellum. Oggi vorreste un sistema ancora più oligarchico, attraverso il dimezzamento della rappresentanza parlamentare. Non contumelie nelle parole di Elisabetta, piuttosto l’analisi di un contesto, non solo lucano, e certo una forte critica all’inesistente modello bersaniano.

Ad aver passato il segno siete voi, con un’occupazione manu militari della vita sociale ed economica di questa regione, che è la più povera d’Italia. Verrebbe da dire la partitocrazia crea corruzione e la corruzione produce povertà. I Radicali, quando si è votata la sfiducia a Romano, hanno innalzato la bandiera della legalità costituzionale. Hanno richiamato l’attenzione del Parlamento sulla questione Giustizia-carceri, una questione – per dirla con le parole del Capo dello Stato – di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile. Difficile da capire – lo comprendo – per chi ha un solo chiodo fisso. Caro Salvatore, menti sapendo di mentire quando affermi che, non partecipando alla vostra misera imboscata, abbiamo garantito il numero legale.

Ti capisco, il vostro potere, quello di questo sessantennale regime, vive sulla menzogna e sul sistematico e indispensabile – per la vostra sopravvivenza – attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani. Siete una delle gambe di un sistema corrotto e corruttore: non alternativa, ma mera alternanza di regime e nel regime. Sono orgoglioso dei miei compagni radicali e della deputata Zamparutti, lei sì deputata del territorio. Pensaci bene, Salvatore, e ti accorgerai che l’unico vero tradimento è quello che tu hai consumato negli ultimi tre anni, non utilizzando la prestigiosa poltrona di vice-presidente della Commissione Ambiente per difendere la tua terra. Che dire! A giudicare da quanto va emergendo in queste ore, eravate troppo impegnati nei vostri giochetti e nei vostri baratti.

E’ ridicolo che domani si interroghi il Governo quando a sedere sul banco degli imputati dovrebbero esserci la Regione Basilicata, la Provincia di Potenza e l’Arpab.

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