Ma purtroppo il problema del ritorno alla legalità riemerge quando dal Monte Paratiello di Muro Lucano numerosi comitati, associazioni e partiti politici facenti parte anche della maggioranza di governo regionale sono decisi ad opporsi contro l’ennesima autorizzazione per la realizzazione di una “wind farm” che sfiora una ZPS (Zona Protezione Speciale).
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), per ripristinare le norme e quanto la stessa Regione Basilicata fece a suo tempo con le “linee di indirizzo per il corretto inserimento dell’eolico sul territorio” – un regolamento riconosciuto tra i più avanzati d’Italia – ha proposto qualche mese fa una Legge di Moratoria assieme a associazioni e movimenti di carattere nazionale, ponendosi – alla luce dell’infuocato dibattito delle ultime settimane – come precursore di un’iniziativa di tutela del territorio lucano e di ripristino della legalità fondata sul carattere della lungimiranza programmatica ambientale. Grazie ad una sinergia di intenti è stato presentato un disegno di legge di moratoria recepito e presentato dalla consigliera regionale Emilia Simonetti di Rifondazione Comunista. Sulla scia di un soffio di vento, la Regione Basilicata tarda però nell’adottare misure urgenti finalizzate a ripristinare regole e legalità. Un profondo smarrimento questo che assomiglia più a una sottomissione alle società del vento che, attraverso la pratica delle autorizzazioni uniche e i ricorsi ai TAR, dominano incontrastate fette di territorio regionale ove vigono norme di tutela nazionali e regionali. Nel frattempo, la Regione Basilicata non adottando la legge di moratoria, si è vista “costretta” a subire le sentenze dei Tribunali Amministrativi e le pressioni delle società esercitate attraverso le il ricatto di risarcimenti milionari. È il caso della sentenza di ottemperanza emessa dal TAR di Basilicata sul ricorso della Compagnia Risorse Energetiche Project e della Laut Engineering, che a causa del silenzio-rifiuto della Regione Basilicata “ha obbligato” la Regione a pronunciarsi e ad autorizzare quindi gli impianti per il Comune di Rotondella e Campomaggiore. Questa nuova autorizzazione, secondo la OLA, fa emergere l’incomprensibile rinuncia delle proprie prerogative di programmazione vanificando la grande occasione di ripristinare le linee guida regionali attraverso l’adozione della moratoria sull’eolico. Secondo la OLA serve una decisa inversione di tendenza sul tipo di scelte di una regione sempre più verde e proiettata verso la tutela degli ecosistemi, così come dimostrano le numerose aree protette e zone tutelate dall’Unione Europea. Necessita quindi una seria programmazione per il corretto inserimento dell’eolico sul territorio regionale, oggi purtroppo inesistente, con l’adozione di misure specifiche nel Piano Energetico Regionale per fissare le quote di energia, individuare siti ottimali e ricavare energia rinnovabile dal vento con buona pace per l’ambiente, gli ambientalisti e le stesse società. Ma purtroppo il problema del ritorno alla legalità riemerge quando dal Monte Paratiello di Muro Lucano numerosi comitati, associazioni e partiti politici facenti parte anche della maggioranza di governo regionale sono decisi ad opporsi contro l’ennesima autorizzazione per la realizzazione di una “wind farm” che sfiora una ZPS (Zona Protezione Speciale). Un vero e proprio “muro lucano” si erge dunque da quei crinali e rischia di portare ad una crisi politica nella maggioranza di governo regionale, facendo riemergere una questione che da qualche parte viene interpretata come un “errore di analisi logica” ; un falso auspicio che l’eolico possa colmare il deficit energetico del Paese e della Basilicata. La grande occasione per questa regione arriverà da un epilogo di scelte coraggiose preso a modello da seguire nel resto del Paese o saremo costretti a subire i soliti interessi delle lobby che equivalgono ad una sterile sottomissione dei nostri amministratori regionali e locali?
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