Il nuovo scenario produttivo descritto nel nuovo piano industriale della Fiat vede un rilancio deciso per quanto attiene la produzione negli stabilimenti Italiani.Nulla fa pensare ad un futuro di crisi, nulla fa pensare ad un ridimensionamento nel nostro paese della casa automobilistica Torinese anzi non è altro che una risposta alle tante richieste, da più parti pervenute, affinché ricerca, tecnologia e produzione rimanessero in Italia, anche se “ Rimane in ogni caso aperta la discussione sullo stabilimento di Termini Imerese ”Il nuovo piano industriale – come dichiara in una nota Libera Russo , componente della segreteria confederale Uil Basilicata – deve saper guardare agli elementi di forza che hanno caratterizzato finora in Italia la produzione di autoveicoli: l’età, la formazione continua e la flessibilità organizzativa che hanno contribuito alla crescita non solo produttiva ma anche alla qualità del “buon lavoro” nello Stabilimento Sata di Melfi, superando ostacoli a volte per nulla facili .
Oggi la nuova sfida della Fiat – continua Russo – si misura oltre che con le leggi di mercato anche e soprattutto con i lavoratori che hanno acquisito negli anni conoscenze e metodo lavorativo .
Il lavoro e le nuove opportunità che si presentano non possono prescindere da un elemento fondamentale: una reale e fattiva collaborazione tra l’azienda e le parti sociali .
Diventa di fondamentale importanza l’impegno di tutti affinché si dia inizio ad una rete di collaborazione tra i diversi attori presenti sul territorio, affinché si possano dare le risposte necessarie per l’applicazione di quegli strumenti legislativi, già esistenti, volti a favorire e salvaguardare la qualità della vita dei lavoratori nella logica di rafforzamento delle regole del buon vivere .
Riuscire a conciliare la vita lavorativa e la vita privata significa dare più forza e dinamismo al lavoro che cambia con una rapidità pari ai mutamenti in atto nella nostra società.
Non esistono ricette magiche, serve semplicemente saper guardare alle diverse esigenze e condizioni dei lavoratori di Melfi ormai non più ragazzi del prato verde ma uomini con nuove responsabilità che derivano da condizioni diverse acquisite nell’ultimo decennio.
In conclusione, l’auspicio è che ognuno per le proprie responsabilità cerchi di dare il suo contributo e se non si riesce a fare luce quantomeno si eviti di fare ombra.
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