latronico-cosim_ooQuanto all’attenzione della legge finanziaria sulle politiche di coesione e sul grande tema del superamento del divario produttivo ed economico del Mezzogiorno, resta una grande delusione. Infatti seppure nel periodo 2007 -2015 siano destinate risorse per 62 miliardi di euro per dare sponda ai fondi comunitari, si scopre che nel prossimo biennio 2007-2008 in realtà sono tagliate risorse per 2,8 miliardi di euro . “Una Finanziaria che si caratterizza per un profilo culturale tipicamente ‘paternalista’. Questa e’ l’osservazione critica mossa da illustri osservatori di sinistra che ha fatto non poco scalpore. Con la Finanziaria, detto in altre parole, finisce il sogno coltivato dalla sinistra italiana di poter assumere un atteggiamento ed una mentalità liberale di fronte alla sfida del governo di una società complessa come quella italiana. Invece il governo Prodi, facendo vincere le anime piu’ di sinistra della coalizione, con l’ultima Finanziaria ha preferito al tema della crescita, quello della lotta alla precarietà e dell’equità. Ancora, ha sostituito all’idea “di Stato regolatore “quella di “Stato intermediario”. Uno Stato che ha bisogno di tassare, e di farlo sempre di piu’ (la pressione fiscale aumenterà di 2 punti e sfiorerà la cifra record del 43 %) per alimentare la sua debordante azione sulla società. Uno Stato che senza esitazione rinuncia, per fare un solo esempio, alla detassazione, introdotta nell’ultima finanziaria del governo Berlusconi, dei versamenti del (5%o) per il sostegno alle opere sociali ed educative. Che ritiene che l’equità si raggiunga in primo luogo attraverso la redistribuzione del potere d’acquisto, che non fa giustizia nè delle aree di evasione nè degli incapienti, piuttosto che attraverso un ampliamento delle opportunità di formazione, di accesso ai saperi ed alla conoscenza che consentono di mettere in discussione alla radice e di modificare i preesistenti assetti economici e sociali. Una Finanziaria ‘paternalista’, quando cerca di allargare la sua sfera di azione, e ‘moralista’ quando preferisce ridurre del 30% l’indennità dei ministri, ma non ha esitazione nell’ampliare il numero degli esponenti di governo e dei sottosegretari che hanno raggiunto una cifra record nell’attuale gabinetto Prodi. Ha vinto un’impostazione culturale che rinuncia all’idea che questo Paese e’ diventato grande per l’inventiva, la creatività, la flessibilità di milioni di piccole imprese, in tanti settori, che oggi rischiano di apparire reprobe e di essere sottoposte al setaccio. Anzicche’ diffidare del profitto, bisognerebbe creare le condizioni di contesto per generarlo, aiutando le risorse vive del Paese a costruire con l’impeto e la genialità che appartengono alla natura del nostro popolo. Anche per aiutare i poveri c’é bisogno di piu’ profitto e di minori sprechi. Se tutti considerassimo che le risorse prelevate dallo Stato sono del cittadino che le produce ed avessimo un rigore ed una trasparenza nel loro impiego, sarebbe facilitato un patto fiscale. Per questo il tema vero e’ innanzitutto la responsabilità della politica nel disporre delle risorse di un equo prelievo fiscale nella direzione di uno Stato realmente al servizio dei bisogni dei cittadini e delle comunità. Oggi sappiamo che spesso non e’ sempre cosi’ e questo rende poco credibile ogni iniziativa di contrasto contro l’evasione. L’ultima Finanziaria ha di fatto rinunciato ad affrontare il tema di una ristrutturazione e di una qualificazione della spesa, fornendo un alibi di ferro a chi continua a ritenere nemico il fisco e fonte di un prelievo forzoso che alimenta anche usi improduttivi ed estranei al benessere del Paese. Quanto all’attenzione della legge finanziaria sulle politiche di coesione e sul grande tema del superamento del divario produttivo ed economico del Mezzogiorno, resta una grande delusione. Infatti seppure nel periodo 2007 -2015 siano destinate risorse per 62 miliardi di euro per dare sponda ai fondi comunitari, si scopre che nel prossimo biennio 2007-2008 in realtà sono tagliate risorse per 2,8 miliardi di euro . E questo mentre si continua a pronunciare impegni solenni su una strategia di sviluppo del Mezzogiorno per rilanciare lo sviluppo dell’Italia. Una Finanziaria ideologica e giustiziera,dunque, che non aiuta le aspettative ed il protagonismo delle forze produttive della nazione”. Potenza 21 ottobre ’06

Loading