Ci sono elezioni, e la Sata chiude i battenti: chiusura collettiva per tutti i dipendenti Sata. Il delegato sindacale Angelo Gentile non ci stà ed insorge nei confronti di questa scelta, unilaterale dell’azienda che va a penalizzare soprattutto – così come dice il sindacalista – “ solo e sempre le persone che fanno il proprio dovere ogni giorno recandosi a lavoro, ed assentandosi il meno possibile” . 

A quanto sembra, il problema nasce dal fatto che ad ogni tornata elettorale, fatto davvero inconsueto in altri stabilimenti delle stesse dimensioni, i lavoratori vengono attirati, un po’ come “ la volpe all’uva”, dalla possibilità di starsene diversi giorni a casa dispensati dal lavoro, con dei permessi elettorali, a seguito dell’impegno da loro assunto, di dover rappresentare le liste ed il relativo spoglio finale, dei partiti impegnanti nella competizione elettorale.

Questa situazione genera alla Fiat grossi problemi, soprattutto organizzativi. Infatti, la percentuale dei lavoratori che aderiscono al compito di rappresentate di lista, è davvero molto elevata, si tratta di un 70-80%. Pertanto, ogni volta che ci sono elezioni in corso, i reparti dello stabilimento Sata, restano semi vuoti. E questa volta, la Fiat, prendendo in contropiede un po’ tutti, ha pensato bene di lasciare tutti i lavoratori liberi: sia quelli impegnati per scopi elettorali, sia quelli che invece non avevano alcuna voglia di restare a casa.

Infatti il sindacalista della UILM, ha detto: <

Queste sono anomalie – accusa Gentile – figlie di un sistema che qualifica e identifica un certo modo di fare politica in Basilicata, e, di pari passo, anche un certo molto clientelare di fare sindacato. Capisco bene – spiega Gentile – che se si offre ad una persona, la possibilità di starsene a casa, ed essere retribuito, diventa difficile un pò per tutti rifiutare, ma a questo punto dopo tanti anni che si perpetua questo assurdo rito, penso che sia giunto il momento che il sindacato tutto faccia qualcosa, e soprattutto i sindacalisti a redimersi dall’assumere tali atteggiamenti che per racimolare qualche voto, dispensano permessi elettorali qua e la…e la politica a reclutare gente sia per permessi elettorali (retribuendoli) e sia per quando riguarda scrutatori e presidenti di seggio dalle liste dei disoccupati,che penso che ne abbiano maggiore bisogno di noi che un lavoro già, per fortuna, lo abbiamo.

Ne va soprattutto l’immagine del nostro territorio e la nostra dignità di lavoratori. Mi auguro che questa mia provocazione faccia uscire dal guscio tutti coloro che al momento nicchiano, facendo finta di non vedere e di non capire. Il diritto al lavoro deve essere alla pari con quello di chi decide deliberatamente di volersi assentare, altrimenti, ancora una volta, ci ritroveremo con politici e sindacalisti che rincorreranno aziende che chiuderanno per “assenteismo”, trasferendo produzioni altrove come già successo in passato. Non possiamo fare come il cane che si morde la coda>> e soprattutto bisogna sempre ricordare quel vecchio detto che dice: “ la libertà degli uni, termina dove inizia quella degli altri”.

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