ABERRAZIONIE e soprusi di Stato LETTERA AL

Al Presidente e Vice Presidenti del Consiglio dei Ministri

Agli Ordini Professionali Legali ed Economici

Ai Rappresentati di Imprenditori ed Aziende

Aberrazioni e soprusi di Stato. 

I soprusi dello stato e della pubblica amministrazione in tema di riscossione cattiva sono semplicemente aberranti. 

Complice la politica parlamentare degli ultimi anni, indifferente, abulica, incapace, a volte arruffona e spesso nelle mani di burocrati e faccendieri, che ha generato provvedimenti ed azioni che annullano e negano principi di libertà e difesa di imprese e cittadini.

Siamo ad uno stato di polizia, nella forma e nella sostanza, ed un chiaro esempio, tra tanti, è dato dall’articolo 48-bis del D.P.R. n. 602/1973, più volte modificato ed integrato, da ultimo dall’articolo 1, comma 986, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 e la cui azione vessatoria è ormai acclarata.

In effetti le amministrazioni pubbliche prima di effettuare, a qualunque titolo, dei pagamenti, verificano, anche in via telematica, se il beneficiario è inadempiente e, in caso affermativo, non procedono al pagamento senza conoscere condizioni e situazioni che possono essere le più svariate.

Da evidenziare, inoltre, l’atteggiamento forse remissivo di categorie ed ordini professionali legali ed economici che non hanno saputo o voluto opporsi nelle sedi opportune e competenti al fine di evitare uno scempio oltre che di natura giuridico – legale anche di drammatico impatto sociale e lavorativo.

Quindi la nuova agenzia della riscossione, attraverso la pubblica amministrazione, ha il potere di bloccare qualsiasi pagamento, spesso senza o tardivi avvisi e diffide, ove opporsi è solo perdita di tempo e soldi.

Di fronte a tutto ciò, anche gli ultimi provvedimenti che danno la possibilità di rottamare o in alcuni casi stralciare il debito derivante da cartelle esattoriali, pur se opportuni, non bastano per far fronte ad una mannaia continua costituita dal suddetto perverso articolo.

Se non intervengono correttivi, difendersi da una procedura macchinosa e spesso diabolica è impossibile ed inutile con danno notevole ed esclusivamente a carico dei soggetti interessati che vengono privati di ogni forma di tutela e lo Stato o chi per lui non paga mai.

Oltre ogni annuncio servono azioni concrete, i diversi casi fino ad ora verificatisi, richiedono attenzione e modifiche mirate, di norme vessatorie, per salvaguardare le tante situazioni di difficoltà generate da un sistema assai lontano dalle condizioni di reale difficoltà delle aziende a causa di una crisi economico-finanziaria che non cessa di produrre effetti negativi.

Confido che le autorità in indirizzo assumano partecipata consapevolezza del fenomeno, auspicando positiva e fattiva collaborazione

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