Da una attenta lettura della nota diramata dall’Azienda Ospedaliera San Carlo, firmata dal Direttore Generale Dr. Michele Cannizzaro, appare evidente che l’Azienda ha inteso accogliere tutti i rilievi mossi alla convenzione che per sette anni è intercorsa tra San Carlo e Cav.
Nei giorni scorsi, avevamo ripetutamente affermato che era inaccettabile l’aver consentito la presenza degli operatori del Cav all’interno delle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia nei giorni previsti per la prenotazione e l’espletamento dell’iter per l’intervento di Ivg. Avevamo anche affermato che la sopra citata convenzione violava palesemente la legge sulla privacy. Avevamo, infine, sottolineato che nessuna convenzione poteva essere stipulata tra il Cav e l’azienda ospedaliera San Carlo. Nella nota diramata dalla Direzione Generale, leggiamo: “Nel rispetto della normativa vigente, e solo su esplicita richiesta dei soggetti interessati all’offerta di aiuto di codesta associazione”. E’ dunque evidente, che anche per la Direzione generale del San Carlo, la clausola della convenzione che prevedeva “l’avvio” al Cav di donne rivoltesi alla struttura per problematiche concernenti l’interruzione volontaria della gravidanza, rappresentasse una palese violazione della normativa sulla privacy. La Direzione Generale del San Carlo, pur avendo consentito il permanere di una enclave del Centro di Aiuto alla vita all’interno del Nosocomio, ha disposto che nessun contatto diretto avvenga tra le donne che hanno deciso di ricorrere all’Ivg e il Cav, se non su esplicita richiesta delle stesse. Ha inoltre disposto, diversamente da quanto avvenuto fino ad oggi, che nessuna presenza del Cav sia prevista all’interno dei reparti di Ostetricia e Ginecologia. Certo, qualche margine di ambiguità permane laddove leggiamo di: “adeguata informazione all’utente che potrebbe essere potenzialmente interessata all’offerta dell’Associazione”. Non mancheremo naturalmente di chiedere su questo punto adeguati chiarimenti e l’interpretazione autentica del Dr. Michele Cannizzaro, laddove sembrerebbe reiterarsi una violazione della legge sulla Privacy. La convenzione in oggetto, per i suoi contenuti, è stata più che altro, in questi sette lunghi anni, una sponsorizzazione del Cav e delle sue attività. Insomma, abbiamo avuto una struttura pubblica che ha consentito la presenza all’interno delle Unità di Ostetricia e Ginecologia di una associazione statutariamente favorevole all’abrogazione della legge 194, e per di più contraria all’utilizzo dei più comuni metodi anticoncezionali. Diversamente dal Dr. Michele Cannizzaro, restiamo convinti che la convenzione con il Cav sia stato un atto illegittimo e contra legem, ed è per questo motivo che gli diciamo, una volta di più, grazie. Grazie per aver sanato una ferita inferta alla legalità. Successo o vittoria di Pirro? A nostro avviso, sicuramente un successo, che è pero solo una piccola tappa della battaglia in corso da anni per ottenere una concreta applicazione della legge 194/78 in Lucania. Un successo che va condiviso in particolare con Rita Bernardini(segretaria di Radicali Italiani), con i deputati della Rosa nel Pugno Poretti e Turco, che sul “Caso San Carlo” hanno presentato interrogazioni parlamentari, con l’on. Bruno Mellano(Rnp) presentatore con l’on. Poretti di una interrogazione parlamentare sulla non applicazione della legge 194/78 in Basilicata, con i compagni Piero Di Siena ed Emilia Simonetti, e con tutti coloro che hanno ritenuto, magari con dichiarazioni dettate da eccessiva “prudenza”, di dover prendere posizione. Un successo sicuramente dell’Associazione Radicali Lucani, da anni impegnata su questo fronte, e dell’associazione Luca Coscioni, promotrice di una legge di riforma della 194/78. Un successo che va condiviso con tutta quella stampa lucana e quei giornalisti, che hanno saputo, in queste ore, alimentare il dibattito e il confronto, consentendoci di spartire con i cittadini lucani il pane e il vino della conoscenza. Ciò detto, va ribadito che la situazione “ambientale” del San Carlo è e rimane disastrosa, e che il nosocomio potentino resta presidiato, a tutti i livelli, dagli zuavi pontifici(vedi anche protocollo d’intesa tra l’ospedale San Carlo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, derivante dalla ultradecennale convenzione stipulata tra la Regione Basilicata e il testè citato Ateneo). La Basilicata continua ad essere la regione italiana che vanta il record di medici obiettori di coscienza all’aborto, il record di donne che abortiscono al di fuori dei confini regionali; la regione dove c’è ancora qualche “Cucchiaio d’oro” e aborti clandestini. Domani mattina presenteremo, comunque, un esposto a firma Bernardini-Bolognetti alla procura di Potenza, sulla convenzione intercorsa con il Cav e su quella, tuttora operativa, con l’Associazione “Difendere la vita con Maria”. Su quest’ultima convenzione, il deputato della Rnp Maurizio Turco ha depositato una interrogazione parlamentare che sarà nostra cura divulgare nelle prossime ore. Domenica mattina, in piazza M. Pagano a Potenza, terremo una conferenza stampa, e a seguire un pubblico comizio. Abbiamo, credo, ancora risposte da dare e proposte da avanzare: la battaglia inizia qui e non finisce.
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