Un nuovo ennesimo attacco alla tutela della biodiversità forestale del parco nazionale del Pollino attraverso la svendita al "minor offerente " di un inestimabile patrimonio ambientale che costituisce l'habitat per numerose specie rare e protette tutelate dall'Unione Europea, quali il capriolo autoctono dell'Orsomarso, la lontra, il lupo e numerose specie di avifauna. Sarebbe infatti per essere stipulata una convenzione tra il Comune di Orsomarso (CS) e la società emiliana-romagnola Bio Energy int. Srl,fornitrice del combustibile per numerose centrali a biomassa già funzionanti in Italia. La concessione tra l'amministrazione comunale di Orsomarso e la Bio Energy SrL prevede la gestione pluriennale dei boschi comunali affidandoli alla società per un periodo di 10 anni rinnovabili, in cambio di un canone annuo di 29 mila euro da versare nelle casse comunali. Secondo i proponenti, il progetto di utilizzazione della biomassa legnosa del parco rientrerebbe nel protocollo di Kyoto con lo sfruttamento della cosiddetta filiera del legno e dei "serbatoi di CO2". In nome del protocollo di Kyoto, con il pretesto di fermare il surriscaldamento globale e soprattutto in forza del Decreto della Regione Calabria n. 536 del 8 febbraio 2007 che esprime valutazione di incidenza positiva per il progetto della Centrale Termoelettrica del Mercure la Regione Calabria,
"prescrive" l'attivazione della sezione 2 con l'impiego di biomasse provenienti dalle aree SIC-ZPS "Valle del Fiume Lao" e "Pollino Orsomarso". Questo atto della Regione Calabria rappresenta un vero e proprio colpo di mano che da in pratica il via libera all'utilizzo energetico industriale degli alberi del parco nazionale che verranno trasformati in ben 280 mila tonnellate annue di pellets e cippato occorrenti per la sola centrale Enel del Mercure della potenza è di 40 MW. Un esempio questo che potrebbe essere imitato anche da altre amministrazioni comunali e da altre Regioni come la Basilicata, grazie ad organi gestori consenzienti e con il colpevole silenzio delle direzioni del Ministero dell'Ambiente. La OLA auspica che il Comune di Orsomarso esprima diniego a questa operazione commerciale che in cambio del solito "piatto di lenticchie" svende il territorio del parco nazionale, considerandolo merce di scambio e sacrificandolo sull'altare del profitto delle grandi lobby energetiche.
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