“Mentre il Presidente De Filippo nella solita conferenza di fine anno parlava di una Basilicata soddisfatta, fiduciosa, sviluppata ed avanzata, ‘Il sole 24 ore’ dello stesso giorno pubblicava un rapporto Unioncamere –Istituto Tagliacarne sul prodotto interno lordo che vede le nostre due province di Potenza e Matera classificarsi rispettivamente al 83° e al 90° posto con un Pil per abitante pari 17.339 euro e 15.843 euro”. Lo ha dichiarato in mattinata il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Cosimo Latronico. “Ed ancora, dallo stesso giornale, veniva resa nota un’indagine sulla ricchezza delle regioni tenendo conto dei redditi prodotti nell’anno 2004 da cui emerge che la Basilicata e’ tra le tre regioni piu’ povere d’Italia insieme alla Sicilia e alla Calabria, con un reddito medio annuo per famiglia che nel caso della Basilicata si attesta su 17.788 euro. Una fotografia che confina nella sfera del sogno lo sforzo retorico del governatore lucano e che gli consiglierebbe di usare le conferenze stampa di fine anno per compiere un’analisi effettiva della realta’ partendo dalle sue criticità. Non capiamo a cosa serva questo sforzo anestetizzante della realtà, quando le condizioni di vita reale delle persone e delle famiglie lucane toccano con mano i morsi di una difficoltà che è mille miglia lontana dalle fascinazioni verbali piene di spot e di formule magiche. Siamo passati dalle tre ‘S’ alle tre ‘T’ , poi alla ‘Basilicata sexy’, oggi alla ‘Basilicata FAST’, sempre alla ricerca di messaggi subliminali che non comunicano nè le difficoltà, ne’ le strategie, né gli strumenti e gli esiti di una iniziativa di governo per stimolare lo sviluppo.
Aspettavamo che il Presidente De Filippo dicesse qualcosa ai 15 mila lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità; al 30 % delle famiglie lucane che vivono sotto la soglia della povertà, o alle centinaia di giovani lucani che continuano ad emigrare in assenza di prospettive nella propria terra; alle 10 mila famiglie che sono state incluse nelle liste dei poveri che si sta rivelando come una perfetta macchina per alimentare clientele piu’ che per costruire percorsi inclusivi e di contrasto delle emarginazione; ai 50 mila giovani lucani che in questi ultimi anni sono stati coinvolti dai corsi senza formazione certificata e senza sbocchi occupazionali che la Regione impegnando i fondi europei continua ad utilizzare come leva di potere e di consenso; oppure ai 5.000 giovani che hanno fatto domanda per ottenere un piccolo sussidio e che resteranno in gran parte delusi sia per l’assenza di criteri oggettivi di selezione che per la mancanza di un obiettivo produttivo da raggiungere ben oltre la corsa al contributo. Oppure ai tanti lucani che continuano ad emigrare per l’assenza di un sistema sanitario che riduca significativamente l’emigrazione sanitaria, che continua a pesare 100 miliardi sul bilancio regionale e che conferma la mancanza di un’effettiva riorganizzazione del pianeta sanità ancora sottoposto a logiche di controllo e di tutela politica lontane dalle domanda di qualificazione e di efficacia dei servizi offerti di cui la gente avverte il bisogno. O ancora alle imprese ed alle famiglie che aspettano che le royalties sul petrolio e sull’acqua si trasformino in agevolazioni sulle tariffe dell’acqua e dell’energia per accrescere la capacità attrattiva del territorio che finora ha assistito alla chiusura ripetuta di fabbriche e che ancora oggi non conosce un progetto di rilancio produttivo della regione da parte del governo regionale. Oppure a coloro che hanno a cuore la tutela ambientale del territorio che va preservato con pianificazioni obiettive e sensate al riparo da tentazioni lobbistiche che animano programmi energetici privi di studi rigorosi e strategici come l’ultimo prodotto dalla giunta regionale. Un mio vecchio professore di filosofia a cui ho raccontato la lezione del Presidente De Filippo mi ha suggerito di ricordare il dialogo tra Hegel e Feuerbach. ‘Maestro’ diceva Feuerbach ad Hegel, ‘lei racconta bene le sue cose, ma sono lontane dalla realtà’. Hegel rispose: “Se la realtà non coincide con la teoria, tanto peggio per la realtà”. Potenza 29 dicembre ’06
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