La vicenda dei Consorzi ASI approda in Parlamento. Questa è la naturale conseguenza della decisione univoca e prepotente della Regione Basilicata che nei giorni scorsi ha deliberato con emendamento della sua maggioranza di sinistra di commissariale i Consorzi per lo Sviluppo Industriale. Sono stati i Sen. Guido Viceconte e Vincenzo Taddei a porre la questione, tramite interrogazione parlamentare ai Ministri dell’Interno e degli Affari Regionali. I Senatori di Forza Italia si sono fatti carico delle perplessità espresse non solo dall’opposizione e di parte della maggioranza anche di quelle di gran parte del mondo economico ed industriale lucano. Tale decisione votata ed approvata dalla sinistra è una decisione di imperio della maggioranza, senza alcuna concertazione né con l’opposizione né con gli enti territoriali soci dei consorzi, né con le associazioni di categoria. Scavalcando quelle che sono le reali competenze in materia da parte del nostro governo regionale, si ricorda, infatti, che gli stessi consorzi, istituiti da legge nazionale, sono formati sulla base delle adesioni volontarie di consigli comunali e provinciali, associazioni di categoria, confindustria, API, CNA, confcommercio. E, quindi, solo a loro, soci paganti le quote di adesione e di finanziamento, spetterebbe ai sensi dello statuto, il potere di sciogliere l’ente ed suoi organi. Alle regioni spetterebbe soltanto il controllo e la regolamentazione sui piani economici e finanziari ma in specie, di due consorzi lucani di Matera e di Potenza, stanno funzionando con profitto per quanto riguarda lo sviluppo delle aree industriali, sono evidentemente efficaci, efficienti, economicamente sani e produttivi, non censurabili sotto alcun profilo, quindi verrebbe a cadere questa opportunità. Tra l’altro, la regione non ha mai istituito i consorzi ma ha inteso, prendendo atto della loro preesistenza scaturita da legislazione statale (D.P.R. n° 218 del 1978, art. 50 e legge 5.10.1991 n° 317), limitarsi ad azioni di diritto e regolamentazione. Sicuramente le finalità dei consorzi sono cambiate rispetto alla loro creazione per legge statale nel 78 e quindi è naturale dover rivisitare la mission dei consorzi ma è necessario secondo i Senatori Azzurri rispettare la loro sovranità sovraterritoriale e sovracomunale che scaturisce dai soci che li costituiscono e quindi concertare con loro e con l’opposizione l’eventuale cambiamento della governance. L’interrogazione parlamentare ha posto ai Ministri la questione non solo dal punto di vista politico ma soprattutto in parte di diritto, viste anche le diverse sentenze della Corte Costituzionale in merito a questioni del tutto simili per la Puglia e la Calabria, visto che si tratta di enti istituiti da leggi nazionali e vista la legge La Loggia che nell’art. 7 comma 1, “tutela i consorzi individuandoli tra quelli che, dotati di autonomia funzionale sono meritevoli di assegnazione di ulteriori funzioni”. Si è chiesto al Governo se non ritenga opportuno intervenire chiarendo la materia suindicata e in specifico se sia legittimo da parte dei un consiglio regionale mettere in discussione un emendamento che faccia riferimento all’istituzione di un ente, di un consorzio, avvenuta non con una legge regionale ma con una legge nazionale; se il Governo non possa intervenire definendo come sia corretto se pur si vuole revisionare tale materia di politica industriale, procedere con un meccanismo di consultazione, di interazione, con i soggetti titolati che hanno potestà al riguardo in primo luogo, ciò i soci del consorzio; come il Governo intenda attivare tutte le procedure ed i provvedimenti atti a salvaguardare il rispetto delle considerazione sopra esposte, dove non si eccepisce la podestà della regione di innovare e riformare la materia che disciplina l’organizzazione dei consorzi industriali, ma dove si richiama la conformità con la normativa statale e le recenti sopra citate sentenze della Corte Costituzionale.
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