I segnali di risveglio dell’economia lucana emersi nel corso del 2006 la-sciavano ipotizzare un 2007 all’insegna della ripresa; superato il giro di boa della metà dell’anno, tuttavia, il quadro congiunturale continua ad essere abbastanza deludente, in linea con l’economia italiana che ha perso via via velocità negli ultimi mesi. Le ultime stime del modello previsionale di Unioncamere accreditano la Basilicata di un incremento del PIL – per l’intero 2007 – dell’1,3%, inferiore di mezzo punto percentuale al dato nazionale (1,8%). Le difficoltà dell’economia regionale a “rimettersi in marcia” riflettono soprattutto la mancata ripresa dell’apparato industriale, dove ai recuperi produttivi evidenziati dalle imprese di medie e medio-grandi dimensioni continuano a contrapporsi regressi piuttosto marcati nelle piccole imprese e in quelle artigiane. Nell’intero comparto manifatturiero produzione a -0,6%, dopo il bilancio lievemente positivo dell’anno precedente (+0,5%), mentre nelle imprese con meno di 10 dipendenti il calo ha raggiunto il 4,6% (oltre il doppio di quello registrato, in media, nel 2006). Dal punto di vista settoriale, segnali finalmente incoraggianti si rilevano nell’industria del tessile/abbigliamento e del “legno e mobile”, dove l’attività produttiva è tornata a crescere. Le “perdite” accumulate negli ultimi anni, sia sul piano occupazionale che della base imprenditoriale, risultano tuttavia particolarmente pesanti. Favorevole la recente evoluzione dell’industria meccanica e dei mezzi di trasporto, mentre tutti gli altri principali comparti sono “in sofferenza”. Sempre negativo il bilancio dell’occupazione manifatturiera, (- 400 unità lavorative nel 1° semestre) per effetto di un ulteriore forte calo dell’occupazione alle dipendenze, solo in parte compensato da un incremento del lavoro autonomo. Si sono notevolmente ridotti, tuttavia, gli interventi della Cassa Integrazione Guadagni, sebbene ciò sia stato determinato quasi esclusivamente dalla minore domanda di sostegno da parte dei due settori che, nell’ultimo biennio, vi hanno fatto ricorso in modo massiccio (mezzi di trasporto e mobile). Da segnalare, infine, il saldo sempre negativo dei fenomeni di nati-morta-lità aziendale, che sta determinando un lento ma costante assottigliamento della base produttiva manifatturiera. Edilizia in chiaroscuro: a fronte di una ulteriore accelerazione degli investimenti in costruzioni e fabbricati finanziati dal sistema bancario e di una discreta vivacità del mercato immobiliare, i risultati economici (in termini di volume d’affari) dichiarati dalle imprese continuano ad essere di segno negativo, sebbene l’occupazione abbia fatto registrare un bilancio ampiamente favorevole nell’ultimo anno e mezzo. In ogni caso, la crescita del valore aggiunto del comparto, per l’anno in corso, è stimata intorno al 7-8% e dovrebbe offrire, quindi, un contributo importante alla produzione della ricchezza regionale. Un minore dinamismo sembra caratterizzare, invece, l’andamento del ter-ziario (influenzato anche dalle perduranti difficoltà del commercio al dettaglio), dove le previsioni di crescita del valore aggiunto sono attualmente at-testate all’1,4%, a fronte del 2,5% assegnato al 2006. L’agricoltura, infine, dovrebbe chiudere l’anno con una flessione del valo-re aggiunto nell’ordine del 10%, dopo i risultati negativi del 2006 che, secondo i dati di pre-consuntivo dell’ISTAT, ha fatto registrare una contrazione piuttosto marcata sia delle quantità prodotte che del valore monetario delle produzioni. Con riferimento ad altri indicatori della congiuntura, desta qualche preoc-cupazione lo stato di salute finanziario delle famiglie lucane, con la crescita a ritmi sostenuti del ricorso al credito al consumo e del tasso di sofferenza, vale a dire del valore dei crediti erogati e a rischio di non venire rimborsati.
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