Specchio fedele di un Paese e di un Mezzogiorno stritolato dalla dilagante illegalità e dall’insopportabile livello di corruzione.
Arcipelago Ceppalonia, e vai al grido di “Chiu pilu pe tutti”

Ceppaloni: specchio fedele di un Paese e di un Mezzogiorno stritolato dalla dilagante illegalità e dall’insopportabile livello di corruzione. No, non esprimo e non esprimerò nessuna solidarietà al ministro Mastella; non intendo unirmi allo stucchevole e solidaristico coro bipartisan rivolto al clan Mastella. E certo non esprimerò solidarietà al ceto oligarchico partitocratico, a quella partitocrazia che avvilisce la vita democratica di questa nostra Italia. E certo non esprimerò solidarietà agli interpreti e protagonisti di un sistema che produce degrado della vita politica, istituzionale, sociale ed economica di questo nostro sud.
Ceppaloni è l’Italia, e il nostro sud è pieno zeppo di clan che occupano i municipi e si spartiscono tutto ciò che c’è da spartirsi, comportandosi come lanzichenecchi, derubandoci di un futuro altro.
Chissà perché, ascoltando certe dichiarazioni e certe intercettazioni, viene in mente l’Antonio Albanese di “Chiu pilu pe tutti”.
Abbiamo detto per mesi “Caso Basilicata/Caso Calabria come simbolo/emblema/paradigma del caso Italia”; oggi possiamo dire Ceppaloni simbolo del Caso Italia.
Le cosche, i palermitani e i corleonesi, che occupano il territorio con i loro famigli e i loro clienti, sono pronte a tutto, e c’è sempre spazio per un primario in più in qualche inutile presidio ospedaliero, perché nel sistema la Asl diventa un collettore di voti.
Questa è l’Italia delle caste: caste partitocratiche, caste giudiziarie, caste giornalistiche. Questa è Ceppalonia, il paese dove inizi a costruire una strada e poco importa se i lavori verranno mai completati e dove i finanziamenti europei sono la nuova frontiera del finanziamento illecito dei partiti. Questa è l’Italia della Pax mastelliana; del parlamento che si affretta a tributare un’ovazione a ‘O Ministro.
Perché tanto si sa: oggi a te, ma domani può toccare a me.
E lor signori, come dei dannati su una barca alla deriva, si dicono: “Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene”.
Questa è l’Italia di una fetta di magistratura complice del disastro che abbiamo sotto gli occhi e delle correnti dell’Anm che di fatto silurano un inquirente che ha voglia di fare il proprio lavoro.
Sono davvero stufo di ascoltare ogni volta che c’è un inchiesta il solito refrain: il complotto, l’attacco alla democrazia, ecc.ecc. Ma quale attacco alla democrazia?! Al limite dovremmo parlare di partitocrazia, di caste, di faide…..Quale democrazia?! Quella con rito ceppalonese o quella con rito demitiano? O, magari, quella con rito bassoliniano? La verità è che non ci sono i partiti, ma “il Partito”, il PUP (partito unico della pagnotta); il partito della prescrizione garantita per reati gravissimi a cominciare da quelli ambientali.
C’è in questo Paese la certezza dell’impunità; c’è una classe di intoccabili tracotanti, arroganti e, a volte, fottutamente ignoranti.
E intanto si lavora per limitare la possibilità di utilizzare le intercettazioni e per impedire ai giornali di pubblicarle.
Perché, si sa, i panni sporchi si lavano in famiglia. Infatti, Mastella ha subito invocato la famiglia e ha adombrato un complotto anticattolico….. Ma che c….c’entra la fede, la religione, con la concussione, il peculato, l’abuso d’ufficio?
La famiglia, la NCO e la Nuova famiglia, i poli che convergono al centro di non si sa cosa, le spartizioni, ‘o mandulino e ‘o triccaballacche.
I panni sporchi si lavano in famiglia e la monnezza a volte la si nasconde sotto il tappeto.
Certo è difficile immaginare un Bassolino concusso(si dice così) dalla Lonardo; difficile proprio alla luce del “sistema”….. ma è certamente vero che l’UDEUR rappresenta la perfetta sintesi del tumore prodotto dalla partitocrazia. I metodi Udeur sono i metodi di quasi tutti, ma, sia chiaro, questa non può essere una giustificazione, ma semmai un’aggravante: quella di un sistema associato a delinquere.
Sono un garantista. Sono stato al fianco di Tortora, ma non esprimerò solidarietà a Mastella. La solidarietà, se permettete, la riservo al tizio risultato primo dei “non eletti” in quel concorso truccato di cui leggo questa mattina(certo…certo…la presunzione di innocenza).
Intanto, ogni giorno affondiamo un po’ di più, mi si consenta la metafora, nell’arcipelago ceppalonia.
In questa realtà è davvero possibile avere i margini necessari per una azione politica riformatrice?
..…Se le cose non dovessero cambiare, iniziamo a prendere in considerazione la strada dell’emigrazione.
W Ceppalonia, W L’Italia. 
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani

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