“Il prossimo anno scolastico la popolazione scolastica subirà un’ulteriore contrazione pari a 1.729 unità che si aggiunge alla riduzione registrata durante l’anno in corso che ha raggiunto le due mila unità”. Lo ha dichiarato in mattinata il capogruppo di “Forza Italia per il Pdl” in Consiglio regionale, Cosimo Latronico. “Questi dati allarmanti significheranno un calo di circa 400 cattedre e naturalmente il rischio della soppressione di altre scuole nei comuni della nostra regione.

Riflettevo su questa drammatica realtà mentre il governo regionale magnificava, nei giorni scorsi, alla presenza del commissario Hubner la sua capacità di spesa dei fondi europei, nel senso che è davvero singolare celebrare il successo delle politiche di coesione se la realtà concreta del tessuto produttivo e sociale della regione vive il dramma di un disfacimento confermato in modo inequivocabile dai dati sulla popolazione scolastica della regione caratterizzati da un inarrestabile declino. Non più incoraggianti sono i dati forniti dal recente rapporto Eurispes (rapporto Italia 2008) laddove si conferma la condizione di povertà in cui versa il 21% delle famiglie lucane che non riesce ad arrivare alla fine del mese; oppure il 35,7% delle famiglie lucane che non riesce a fronteggiare con i propri redditi spese impreviste a conferma della situazione di crescente precarietà della condizione socio-economica lucana. Ma è anche singolare avviare un nuovo ed ultimo ciclo di programmazione comunitaria senza che si siano state spese molte risorse del vecchio por 2000 -2006: nella sessione comunitaria dello scorso luglio occorreva ancora rendicontare oltre 600 milioni di euro e sulla rendicontazione effettuata sarà utile conoscere quanto la Regione abbia fatto ricorso alla deprecata pratica dei progetti sponda. Sarà utile, infine, conoscere se almeno ora esistono indicatori di efficacia delle misure attuate nel vecchio programma comunitario per stabilire l’impatto reale di queste spese sul tessuto sociale e produttivo della regione per verificare quanto da noi sostenuto che in molti casi si continua ad alimentare un circuito di spesa largamente incapace di influenzare i fattori di crescita sociale e produttiva della regione”.

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