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L’Associazione, nella figura del Presidente, ha sollevato i problemi relativi alla professione di archeologo, facendo notare che in Italia, il paese che secondo l’UNESCO possiede il maggior patrimonio archeologico e culturale al mondo (40% circa), quella di archeologo è una “professione vecchia non ancora regolamentata” e paradossalmente “non riconosciuta”. In altri termini, l’archeologo non inserito nella struttura organica del Ministero per i Beni e le Attività culturali, quale il soprintendente o l’ispettore, in Italia “non esiste”.  

 

 

Il Direttivo regionale dell’Associazione Archeologi di Basilicata, nelle figure dei dott.ri Mutino Sabrina, Affuso Antonio, Preite Ada, ha partecipato in collaborazione con il Direttivo Nazionale dell’A.N.A. (Associazione Nazionale Archeologi) al Convegno su “giovani e le professioni della conoscenza” organizzato dal Gruppo Parlamentare dei Verdi e svoltosi a Montecitorio, Sala del Cenacolo. È la prima volta che l’Associazione Nazionale degli Archeologi viene invitata in una sede così prestigiosa, segno tangibile del suo progressivo riconoscimento da parte del mondo politico ed istituzionale. Durante l’incontro sono stati trattati argomenti relativi alle “professioni vecchie di cui cambiare le regole” o alle “professioni nuove non ancora regolamentate”, ponendo l’accento sulle diverse problematiche del disagio professionale alla luce delle nuove direttive. L’Associazione, nella figura del Presidente, ha sollevato i problemi relativi alla professione di archeologo, facendo notare che in Italia, il paese che secondo l’UNESCO possiede il maggior patrimonio archeologico e culturale al mondo (40% circa), quella di archeologo è una “professione vecchia non ancora regolamentata” e paradossalmente “non riconosciuta”. In altri termini, l’archeologo non inserito nella struttura organica del Ministero per i Beni e le Attività culturali, quale il soprintendente o l’ispettore, in Italia “non esiste”. Ancora più paradossale è che lo Stato italiano renda possibile il percorso di formazione dell’archeologo (laurea, specializzazione, dottorato di ricerca, perfezionamenti) ma non ne riconosce la figura in ambito lavorativo. Tra le diverse proposte è stata avanzata l’ipotesi secondo la quale ciascuna amministrazione territoriale – Regione, Provincia, Comune – si doti di almeno un archeologo/conservatore, con titoli di studio idonei e acquisito nell’organico con regolare concorso nazionale, che si occupi di tutte le attività legate alla gestione e valorizzazione dei Beni Culturali. Al convengo hanno partecipato il Ministro dell’Ambiente, on. Alfonso Pecoraro Scanio, l’on. Tommaso Pellegrino, l’on. Grazia Francescato, l’on. Paola alducci. Per le varie associazioni il dott. Giorgio Berloffi, Presidente di Assoprofessioni, arch.tto Alessia Guarnaccia, Associazione Nazionale Giovani Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, avv. Gennaro Tortora, Associazione Giovani Penalisti, dott. Luigi Ricciardelli, Associazione Giovani Chirurghi, dott. Marco De Giorgi, Associazione Giovani Dirigenti, Dott. Filippo Trotta, Associazione Giovani Farmacisti, Arch.tto Raffaele Sirica, Presidente Comitato Unitario delle Professioni.

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