“La firma dell’intesa tra Regione Basilicata e parti sociali sulla proroga degli ammortizzatori sociali era un atto dovuto per assicurare una fonte di reddito ai circa 2 mila lavoratori che hanno perso il lavoro negli ultimi anni, ma ora è necessario fare chiarezza sulle risorse finanziarie disposizione e soprattutto su come si intende agire per assicurare la copertura degli ammortizzatori in deroga anche ai lavoratori atipici, finora rimasti esclusi”. A dirlo è il segretario confederale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che nel corso del tavolo tenutosi nei giorni scorsi in Regione ha ribadito “la necessità di varare al più presto un regolamento, sul modello di quanto fatto in altre regioni, che disciplini in maniera organica l’accesso agli ammortizzatori in deroga e la definizione dei piani di ricollocamento lavorativo”.

 

Per Gambardella “è inoltre necessaria una puntuale verifica della platea potenziale dei beneficiari che, alla luce della persistente emorragia occupazionale che ha colpito il sistema produttivo regionale nel corso del 2010, si presume possa essere di gran lunga superiore alle 2 mila unità finora censite. Il rischio – avverte il sindacalista della Cisl – è che in presenza di un prevedibile incremento delle domane di accesso agli ammortizzatori in deroga, si debba rifare il complesso iter burocratico per assicurare i benefici alle categorie di lavoratori che al momento sono escluse, come gli apprendisti, i collaboratori e gli interinali, aggiungendo al disagio della perdita del lavoro la snervante attesa per ottenere il sostegno al reddito”.

 

Gambardella ribadisce la proposta già formulata dalla Cisl di fare “una programmazione biennale degli interventi, così come consente la normativa nazionale in materia, tenendo nel debito conto sia le situazioni di crisi conclamate sia i potenziali focolai di crisi che potrebbero generare il ricorso alla mobilità ordinaria prima e in deroga dopo. Una programmazione di più ampio respiro – conclude il segretario della Cisl – permetterebbe di non inseguire affannosamente le crisi, con i conseguenti ritardi nell’erogazione degli assegni di mobilità, e di avviare una strategia di politica attiva del lavoro finalizzata al progressivo svuotamento della platea al fine di evitare la storicizzazione del fenomeno”.

 

 

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