Comunità montane: in Alto Agri è allarme stipendi. L’ente è da quasi un mese senza commissario e questo impedisce di accedere alle anticipazioni bancarie. Non pagata la mensilità di luglio e a rischio quella di agosto
Si fa sempre più precaria la situazione finanziaria alla Comunità montana Alto Agri. I 15 dipendenti dell’ente, riferisce il segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella, non hanno ricevuto la mensilità di luglio, ma si preannunciano problemi anche per il pagamento della prossima mensilità. Le difficoltà sarebbero legate al fatto che, dopo la rinuncia del precedente commissario straordinario, a distanza di quasi un mese, “la giunta regionale – denuncia Gambardella – non ha ancora provveduto alla nomina di un nuovo commissario, con il risultato che senza il suo vertice amministrativo la Comunità montana non può accedere alle anticipazioni bancarie per fare fronte alle spese ordinarie e al pagamento degli stipendi, aggravando ulteriormente una fase di forte ristrettezza economica”.Della questione sono stati informati, con una lettera dei lavoratori recapitata nei primi giorni di luglio, sia il governatore De Filippo, sia il presidente della Provincia Lacorazza, “ma al momento – fa notare il segretario della Cisl – non sono arrivati gli auspicati segnali di attenzione da parte delle due massime istituzioni territoriali su una problematica che rischia da un lato di paralizzare pesantemente l’attività dell’ente e dall’altro di far pagare ai lavoratori la lentezza pachidermica della politica nell’assumere atti e decisioni che ci sembrano, in questo caso, più che dovuti”.Secondo Gambardella “il caso della Comunità montana Alto Agri rischia di essere solo il primo di una lunga serie in considerazione del fatto che le risorse finanziarie che il consiglio regionale si appresta a stanziare con la manovra di assestamento per assicurare la continuità amministrativa a tutte le Comunità montane, pari complessivamente a circa 5,5 milioni di euro, non saranno sufficienti a coprire il fabbisogno, stimato in almeno 8 milioni di euro fino alla fine del 2010. Se poi consideriamo che la riforma delle cosiddette Comunità locali stenta a prendere quota e che il governo nazionale ha nei fatti deliberato l’abrogazione degli enti montani per via finanziaria – conclude Gambardella – lo scenario si fa ancora più incerto e precario, sia dal punto di vista normativo, che dal punto di vista economico”.
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