Caro assessore, nel porgerti gli auguri per il nuovo, importante e delicato incarico, mi permetto di sottoporre alla tua attenzione alcune riflessioni sul problema della sanità in Basilicata,sperando che tu possa condividerle ed operare con tempestività per porre rimedio a situazioni oramai cronicizzate. Hai già ricoperto, con acume, il ruolo di assessore alla sanità, ma da allora ad oggi i tempi sono cambiati, come ben sai.Gli ospedali, che negli anni 60 e 70 spuntavano come funghi, fiore all’occhiello del politico di turno, oggi sono troppi e soprattutto alcuni non sono una garanzia per i malati, in quanto privi di presidi fondamentali per la sicurezza dell’utente. Questi ultimi vanno con coraggio trasformati. Concordiamo tutti sulla necessità di ricoveri Ospedalieri brevi, riservati agli acuti e che si debba puntare all’umanizzazione della terapia, che contempla principalmente una valida assistenza domiciliare per chi soffre. E’ evidente il sollievo che si procura a chi, gravemente ammalato, può essere trattato nella sua casa, con il conforto di luoghi e persone care. Così come, e da medico ne sono convinto, si è compresa appieno, anche in Basilicata, e delle cose buone bisogna dare atto, la necessità di intensificare l’azione preventiva. Quindi favorire quanto più possibile l’informazione e le Campagne di prevenzione. E’ chiaro che, per raggiungere questi due obiettivi, si deve fare in modo di ridistribuire razionalmente l’ingente spesa sanitaria della nostra Regione. Non sono certo un nemico dei piccoli ospedali, ma, oggettivamente, questi ultimi non sono una garanzia per gli utenti. Farsi operare in strutture prive di rianimazione mi sembra un negativo e pericoloso salto nel passato per i nostri concittadini. Così come le strutture amministrative amplificate sottraggono risorse ai bisogni di chi è ammalato. Le stesse vanno pertanto riorganizzate, e mi auguro che tu prema l’acceleratore sulla riduzione delle asl e quindi sull’abbattimento dei loro ingenti costi. Parlavo di umanizzazione delle terapie e di efficaci azioni di prevenzione. Entrambe queste linee guida necessitano di un coinvolgimento istituzionale del mondo del privato sociale, fattivo e pioniere, che ha nel volontariato la sua punta di diamante. Sarebbe opportuno mobilitare, professionalizzandole sempre più, queste sentinelle sociali per garantire un reale miglioramento dei servizi socio-assistenziali sul nostro territorio e, al contempo, consentire adeguati risparmi sui costi di gestione di un notevole numero di servizi. Un volontariato socio-assistenziale che possa affiancare le figure professionali sanitarie che, tra mille difficoltà, già operano con questa finalità ma sono ancora insufficienti. La regione Basilicata ha iniziato a dare qualche segnale di attenzione a questa linea di politica sanitaria, ma è necessario un ulteriore impulso ed un congruo trasferimento di parte delle spese inutili (e sono tante!!!!!) su tali settori. Ritieni, per fare un esempio, che sia giusto avere 5 asl e due aziende speciali e no consentire, se non agli infartuati e a pochi altri, come da nota specifica, a chi ha problemi di ipercolesterolemia, di usufruire gratuitamente dei farmaci adeguati al caso? Oggi questi sono a pagamento. Ma tu potresti inserirli come farmaci gratuiti, almeno per gli Indigenti, nel prontuario sanitario regionale, andando a risparmiare in qualcuno di quei settori Di cui ti parlavo prima. Certo, occorre coraggio. Ma tu hai esperienza e capacità per comprendere che la gestione di un settore tanto delicato come quello affidatoti può e deve comportare anche scelte impopolari. L’obiettivo è troppo alto e nobile per far prevalere nelle decisioni ritorni clientelari o partitici. Questo mi aspetto da te, Antonio, coraggio e determinazione. E sono fiducioso perché so che, entrambi, ti appartengono. Buon lavoro. Corrado Danzi
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