Trenta giorni fa, in tempo ancora non sospetto ed in conferenza stampa congiunta con il candidato sindaco a Potenza, Giuseppe Molinari e con i capigruppo di opposizione al Comune ed alla Provincia, avevo già prospettato la questione dei rifiuti come ad un solo sacchetto dall’emergenza.
Allora non siamo stati presi in parola. Ora con i cassonetti stracolmi, le manifestazioni dei cittadini davanti i cancelli delle discariche e i tavoli tecnici di maniera si concretizza lo stato di estrema difficoltà. Stato al quale Regione e Provincia oppongono come un disco rotto la solita risposta.
L’unica che evidentemente posseggono al netto di un piano provinciale rifiuti inapplicato, dell’assenza di piani d’ambito, della mancanza di infrastrutture per la differenziata e d’impianti per la trasferenza che praticamente non esistono: la discarica si allarga e non c’è altra via d’uscita.
Se questa è la realtà delle cose, siamo stati chiaroveggenti noi a leggere dati tecnici e dati di fatto, a contestare l’ampliamento strategico delle discariche come unica soluzione, a sposare la causa di allevatori e contadini i cui capi di bestiame muoiono, perché si abbeverano a fonti inquinate dalla fuoriuscita di percolato o piuttosto sono inadempienti le istituzioni nel perpetrare una metodologia di approccio al problema obsoleta ed inefficace, nell’alimentare uno stato di emergenza grazie al quale qualcuno guadagna ed i cittadini pagano rimettendoci in finanze, in salute pubblica, in turismo negato.
E ancora, sbagliamo come alcuni sindaci d’area a chiamare eco-truffa l’aumento della tariffa di conferimento solo perché siamo in emergenza? Commettono errore altre amministrazioni che puntano da anni alla crescita costante della percentuale di differenziato? O piuttosto sono nel giusto Provincia e Regione nel chiedere ai nostri comuni che differenziano a servirsi di discariche lontanissime, e non penalizzano quelli che non sentono la responsabilità istituzionale e non hanno la lungimiranza politica per fare altrettanto? Delle due l’una: o chi ci governa non sa affrontare il problema ed allora sarebbe meglio cedesse il passo o i nostri amministratori operano in mala fede e questo sarebbe maggior motivo per lasciare la poltrona.
La minoranza non intende piegare la testa innanzi ad una gestione che non ammette azioni integrate contro il problema dei rifiuti e che non vuole saperne di vedere a questi come ad una possibilità. Non accetta di vedere innescato ad arte un conflitto sociale con le amministrazioni locali alle quali viene negata qual si voglia prospettiva di medio e lungo termine di diversa natura e viene chiesto l’ennesimo sacrificio. La minoranza provinciale è con i cittadini ed i sindaci che si ribellano alle discariche sine die e che auspichiamo siano sempre più parte attiva nella ricerca di soluzioni alternative.
Per questo sarà nostro impegno la richiesta di istituzione di una commissione provinciale speciale sui rifiuti attiva già da settembre, ossia quando si insedieranno le permanenti e per il commissariamento dell’ACTA incapace di gestire il problema nel capoluogo.
Nessuno voglia dirci a disponibilità esaurita che nel prossimo futuro l’unica risposta alla matassa monnezza è un maxi inceneritore. Nessuno voglia questo per il futuro della nostra terra e dei nostri figli.
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