Alta specializzazione, collaborazione, professionalità. Queste tre parole chiave hanno innervato il breve intervento conclusivo del direttore generale Giovanni De Costanzo nella conferenza stampa organizzata dall’ufficio stampa dell’AOR San Carlo per presentare le nuove professionalità, le tecniche di avanguardia, le innovazioni tecnologiche del Dipartimento di Alta specialità del cuore.“E’ una lunga storia – ha spiegato il dg De Costanzo – quella della cardiochirurgia al San Carlo. Ma a partire dalla figura storica di Tessler oggi è cresciuta una realtà di grandi professionalità e tecnologia e processi organizzativi che rappresenta oramai una realtà di avanguardia a livello nazionale grazie anche a uno spirito di collaborazione e di integrazione tra i reparti che è raro trovare in ambiente sanitario”.

A dire il vero, come ha sottolineato Roberto Gaeta, primario di cardiochirurgia, sono poche le realtà al mondo che si possono permettere di compiere difficili operazioni cardiochirurgiche evitando diagnostiche invasive e utilizzando come strumento la cardiotac. Grazie alle tecnologie avanzate di cui l’azienda dispone ma anche della professionalità di un giovane brillante radiologo, Enrico Scarano, responsabile appunto dell’unità per le nuove tecnologie diagnostiche digitali. Scarano nel suo intervento ha illustrato come tac e risonanza magnetica applicata alla diagnosi cardiologica possano consentire diagnosi efficaci, riducendo drasticamente tecniche invasive e pesanti apporti della medicina nucleare

In stretta collaborazione con Scarano, ad esempio, sta lavorando il nuovo cardiologo pediatrico, Pierfrancesco Gorrieri, un marchigiano di scuola genovese. 49 anni, tre specializzazioni: cardiochirurgia, cardiologia, pediatria. Oltre a incrementare significativamente l’attività ambulatoriale esterna, perché finalmente si possa dare risposta immediata ai dubbi delle tante mamme che si vedono diagnosticare un “soffio” al cuore del figlioletto, Corrieri sta lavorando all’uso della risonanza magnetica per la diagnosi delle cardiopatie congenite, una tecnologia poco invasiva che evita il ricorso ai cateterismi e che è usata da pochissimi centri in Italia.

E’ stato così possibile, grazie alla collaborazione tra Unità di Neonatologia, Cardiochirurgia e Cardiologia pediatrica operare con successo un neonato ultraprematuro (nato a 26 settimane, peso 610 grammi) per curare una malformazione cardiologia congenita. Un intervento che per la prima volta è stata effettuata al San Carlo da un’equipe completamente “interna”.

E’ stato inoltre illustrato dal primario di Emodinamica Pasquale Lisanti il nuovo progetto dell’ospedale che prevede per i pazienti anziani con problemi alle valvole aortiche e con grave rischio di complicazioni operatorie l’adozione di una tecnica miniinvasiva per la sostituzione delle valvole non più funzionanti: per via percutanea dall’arteria femorale (tecnica emodinamica) o dall’apice del ventricolo sinistro (per via cardiochirurgia, ma con minore impatto sul torace).

A stabilire se per il paziente debba essere adottata questa procedura o il più tradizionale intervento cardiochirurgico è una commissione ospedaliera che valuta le percentuali di rischio sulla base di un database della società europea di cardiochirurgia. Lo stesso database, il cui uso è stato voluto dal prof. Gaeta, che attesta come gli indici di mortalità e di complicanze postoperatoria vedano la cardiochirurgia del San Carlo qualche punto sotto la media europea.

Il direttore del Dipartimento, Franco Sisto, ha illustrato i dati del consuntivo del 2009, che segna una crescita delle attività, con un rilevante aumento dell’interventistica e del day hospital e quindi con un significativo incremento dell’appropriatezza, e sottolineato l’ampia gamma di azioni programmatiche per il 2010, che spaziano dalle domeniche ad ambulatori aperti, alla costruzione della rete d’emergenza coronaria e alla telemedicina.

Tra le innovazioni tecniche più significative vanno infine segnalate quelle della chirurgia vascolare. Il responsabile del reparto Pierluigi Cappiello ha illustrato le endoprotesi per aorta, stending carotideo, debranching completo dell’arco aortico, tecniche che si rivelano spesso risolutive per patologie che potrebbero avere effetti letali per i pazienti.

 

 

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