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 Ha destato viva impressione la notizia del prospettato ricorso alla procedura di sgombero forzato per poter disporre dei locali, attualmente occupati dal Teatro Sassi, dove l’Amministrazione Comunale intende realizzare un asili nido. Si potrebbero, certamente, ravvisare anche alcune ragioni plausibili nel motivare la preferenza accordata all’ubicazione negli antichi rioni di un servizio sociale alle famiglie, ciò che contribuirebbe a sottolineare la prevalenza nelle strategie di recupero e valorizzazione della funzione residenziale, voluta dalla L.771/86, rispetto ad altre scelte.

Tuttavia non si vede il motivo del mancato superamento del contrasto fra differenti destinazioni d’uso di un medesimo manufatto, mentre le diverse esigenze, entrambe riconosciute di rilevante interesse sociale, andrebbero esaminate alla luce delle condizioni concrete di operatività e di prospettive, onde trovare le soluzioni più idonee che consentano a ciascuna la propria affermazione non a scapito dell’altra. Occorre pertanto chiedersi se l’opzione per l’ubicazione nei Sassi dell’asilo nido sia rispondente effettivamente ad una esigenza impellente avvertita dai residenti, che avrebbe indotto il Comune a candidare l’apposito progetto alla Regione, anche sacrificando le richieste delle famiglie dei popolosi nuovi rioni, dove la carenza di asili è molto elevata, oppure se la scelta è stata dettata dall’opportunità di disporre di fondi propri, nel caso quelli relativi ai programmi biennali della stessa L.771/86, che invece non sarebbero disponibili per altre opzioni. Andrebbe altresì verificato se le situazioni logistiche dell’edificio in esame siano congruenti con i requisiti previsti dal bando regionale, ed in caso negativo, propendere per altre scelte da individuare anche sul Piano e comunque nelle immediate vicinanze dei Sassi. In tal ultimo caso il Teatro potrebbe continuare ad operare nella sede attuale, naturalmente nel rispetto degli obblighi contrattuali da novellare e nel rispetto delle norme relative alle sub-concessioni. Comunque l’Amministrazione Comunale, nel disciplinare le concessioni, non può non riconoscere le particolari situazioni nella misura in cui svolgono una funzione di interesse sociale. Nel caso del Teatro, non ci sembra che la vicenda sia stata esaminata in tutti i suoi aspetti, e che la soluzione prospettata sia stata adottata dopo aver esperito tutte le possibilità di un intesa, come pure era stato assicurato all’inizio dell’estate scorsa, circa l’individuazione di soluzioni alternative condivise. Nè sembra una soluzione immediatamente praticabile per il Teatro quella del locale nel borgo La Martella, che pure conveniamo potere costituire una indicazione plausibile, ma nei tempi lunghi ed in presenza di fondi disponibili. Si invita quindi l’Amministrazione Comunale a rivedere la sua posizione e a far ripartire il confronto per una soluzione condivisa nell’interesse della Città.

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