Andrebbe creato un protocollo che riguardi sia la prevenzione che la gestione della crisi, due fasce diverse, da gestire autonomamente: della prevenzione dovrebbe occuparsi la Neuropsichiatria; la Medicina Legale dovrebbe intervenire invece nell’acuto. Entrambe dovrebbero attivarsi, interagendo come parte integrante di un unico gruppo di lavoro sul territorio regionale”. Anche da parte del Comune c’è stata grande sensibilità sul tema: Adesione massiccia e grande partecipazione all’incontro di sabato 7 ottobre nella Sala cinema dell’Asl n.4 sul tema “La protezione dei minori”, organizzato dal Dipartimento Interaziendale di Neuropsichiatria per l’Età Evolutiva: una giornata di confronto su un argomento delicato e di grande attualità, a cui fra gli altri partecipavano, su invito del dr. Carlo Calzone, direttore del Dipartimento e coordinatore del corso, il Prefetto Francesca Adelaide Garufi, l’assessore comunale alle Politiche sociali Nicola Trombetta e l’assessore comunale alla Scuola, Angelo Montemurro. E’ intervenuto anche il dr. Aldo Di Fazio, responsabile dell’Unità di Medicina Legale e di Gestione del rischio dell’Asl n.4. “L’ emergenza “abuso sui minori” – spiega il dr. Calzone – va affrontata con gli strumenti giusti. L’interazione fra autorità, servizi socio-sanitari, istituzioni, scuola ed associazioni familiari è la formula giusta per creare una rete in grado di far fronte al problema. Come primo approccio al raggiungimento di questo obiettivo, l’incontro di sabato è stato fondamentale: ho registrato grande attenzione, e una partecipazione di buon livello”. Le premesse perché la costituzione della “rete” si concretizzi ci sono: il prefetto Garufi, che già nelle scorse settimane, dopo l’episodio di violenza avvenuto in città su un’adolescente, aveva convocato un tavolo tecnico, ha rafforzato il proprio impegno promettendo che, a breve, convocherà un gruppo di lavoro che possa elaborare un protocollo di interventi condiviso fra le varie strutture interessate. “Nell’incontro – ha detto il dr. Di Fazio – sono emersi molti spunti per avviare la creazione di una rete, che coinvolga tutta la regione: in questo siamo avvantaggiati dalle piccole dimensioni geografiche e dal numero degli abitanti. Andrebbe creato un protocollo che riguardi sia la prevenzione che la gestione della crisi, due fasce diverse, da gestire autonomamente: della prevenzione dovrebbe occuparsi la Neuropsichiatria; la Medicina Legale dovrebbe intervenire invece nell’acuto. Entrambe dovrebbero attivarsi, interagendo come parte integrante di un unico gruppo di lavoro sul territorio regionale”. Anche da parte del Comune c’è stata grande sensibilità sul tema: l’assessore Trombetta si è detto pronto a mettere in campo progetti che proteggano i minori, partecipando ad una rete interistituzionale. Ha anche affermato che andrebbero rafforzate, nei singoli enti, le risorse umane, con strutture dedicate che possano anche, laddove la violenza sia già avvenuta, favorire una reintegrazione sociale del minore quanto più serena possibile. Ha infine sottolineato il ruolo-cardine della scuola nel percorso di prevenzione degli abusi sui minori e, insieme all’assessore Montemurro, si è impegnato a realizzare campagne educative e preventive, collaborando con gli insegnanti. Un’idea da “copiare” potrebbe essere quella portata ad esempio, nell’incontro di sabato, dalla dr.ssa Irene Sarti, che a Roma coordina il progetto “Pierino e il lupo”, essenzialmente articolato in due fasi: la prima è, in caso di segnalazione, la presa in carico del minore da parte un Servizio che agisce su mandato del Tribunale, (così i colloqui possono diventare prove peritali); l’altra è la prevenzione, con la distribuzione di giochi e materiale didattico nelle scuole, per permettere ai bambini di capire le situazioni a rischio ed imparare a difendersi. C’era anche Maria Stella D’Andrea, medico legale di Bologna, che ha illustrato i riferimenti normativi sulle varie forme di abuso, citando alcuni esempi derivanti dalla sua esperienza clinica.
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